Nota: Se pensate che lo sciamanesimo non abbia niente a che fare con i cristiani e con il misticismo contemplativo che viene praticato oggi nella chiesa, vi dovrete ricredere. La sfera d’azione è la medesima e anche i risultati potrebbero essere gli stessi.
Di Nanci Des Gerlaise
(autore di Muddy Waters: an insider’s view of North American Native Spirituality)
Fondamentalmente, lo sciamanesimo è un sistema di credenze che ricorre agli sciamani per entrare in contatto con il mondo degli spiriti. Secondo l’Encyclopedia of New Age Beliefs, lo sciamanesimo tradizionale è la sfera in cui “lo sciamano agisce da guaritore, leader spirituale e mediatore fra gli uomini e gli spiriti.”1
Lo sciamanesimo è presente in molte culture: prima di tutto in quella dei nativi americani, ma non solo. Il movimento New Age ha iniziato a incorporare i rituali sciamanici nella propria spiritualità, essendone attratto per varie ragioni: in primo luogo, se da una parte lo sciamano è una sorta di mistico, il fulcro non è nel misticismo ultraterreno quanto piuttosto nelle forze della natura… Altri motivi di richiamo sono costituiti dall’uso di droghe dagli effetti allucinogeni, fra cui il peyote, e la visione romantica della natura.2
Nell’ambito della spiritualità dei nativi americani, gli sciamani ricorrono alle percussioni, al canto, alla danza e alle cantilene per invocare l’aiuto degli spiriti e farsi possedere. Molti però, probabilmente, non hanno capito che lo sciamanesimo è molto pericoloso.
Nella foto, il capo Shoefoot, un ex sciamano convertitosi al cristianesimo
In termini biblici, lo sciamanesimo consiste nell’invocazione di sedicenti spiriti guida al fine di ottenere il potere spirituale, la conoscenza e la guarigione, ma con rischi terrificanti: i “pericoli dell’iniziazione sciamanica”3 sono numerosi. Alcuni di questi rischi e di queste manifestazioni sarebbero identici a quelli che ritroviamo nella Kundalini, una potente e rovinosa energia proveniente dalla meditazione profonda. La lista che segue mostra ciò che può succedere quando si ha accesso alle sfere demoniache mediante pratiche di meditazione profonda tipiche della spiritualità nativa, dello sciamanesimo e del movimento New Age. Ciò che lascia sbalorditi è che molti cristiani praticano questo tipo di meditazione occulta nell’ambito del movimento della preghiera contemplativa:
Sensazione di bruciore o, al contrario, di un flusso gelido lungo la schiena;
Sensazione simile alla presenza di bolle d’aria o al movimento di un serpente lungo tutto il corpo;
Dolori sparsi su tutto il corpo;
Tensione o rigidità del collo, mal di testa;
Sensazione di oppressione alla testa;
Tremito, malessere o crampi alle gambe e in altre parti del corpo;
Battito e metabolismo accelerati;
Disturbi della respirazione e/o delle funzioni cardiache;
Abilità parapsicologiche. Fenomeni luminosi all’interno o all’esterno del corpo;
Difficoltà a trovare un equilibrio fra forti impulsi sessuali e il desiderio di vivere una purezza sublime; Ansia persistente o attacchi d’ansia dovuti all’incapacità di comprendere cosa sta accadendo;
Insonnia, sfrenata euforia o profonda depressione. Perdita d’energia;
Ridotta capacità di concentrazione e di memoria;
Isolamento totale dovuto all’incapacità di esternare le esperienze interiori;
Fenomeni di possessione e di poltergeist;4
Fra gli altri rischi sono da annoverare la pazzia e la psicosi. Ricordiamo che il la pratica dello sciamanesimo nella cultura contemporanea è molto diffusa e i risultati sono spesso devastanti:
Lo sciamanesimo coinvolge lo sciamano in esperienze di grandissima sofferenza personale e di dolore (come per magia, egli spesso “muore” nelle più terribili torture)… e in episodi di possessione demoniaca, pazzia, perversione sessuale e altri fenomeni.5
Una tale distorsione del carattere misericordioso di Dio è assolutamente inutile in quanto Cristo dona lo Spirito Santo – lo Spirito d’amore e di bontà – a tutti coloro che invocano il suo nome e confidano in lui (Romani 5:5).
Colossesi 2:9-10 afferma la verità per i cristiani:
“poiché in lui [in Gesù Cristo] abita corporalmente tutta la pienezza della Deità. E voi avete ricevuto la pienezza in lui, essendo egli il capo di ogni principato e potestà.”
(Per saperne di più sulla contrapposizione fra la spiritualità nativa e il Vangelo di Gesù Cristo, leggete il libro di Nanci, Muddy Waters, e guardate il film I’ll Never Go Back dell’ex sciamano Capo Shoefoot. Molti cristiani sono coinvolti in questo tipo di pratiche occulte in seno al movimento della preghiera contemplativa).
Un estratto del film I’ll Never Go Back:
Note:
1. John Ankerberg e John Weldon, Encyclopedia of New Age Beliefs (Eugene, OR: Harvest House, 1996); (tratto da http://www.ankerberg.org/Articles/_PDFArchives/new-age/NA3W0801.pdf).
2. John P. Newport, The New Age Movement and the Biblical Worldview (Grand Rapids, MI: Eerdman’s Publishing Co, 1998), p. 34.
3. John Ankerberg, John Weldon, Ankerberg Theological Research Institute (http://www.ankerberg.org/Articles/archives-na.htm, scroll down page to section on Shamanism – 8 parts).
4. “Kundalini, Short Circuits, Risks, and Information” (http://kundalini.se/eng/engkni_1024.html).
5. John Ankerberg, John Weldon (Ankerberg Theological Research Institute, http://www.ankerberg.org/Articles/archives-na.htm) citato in Joan Halifax, Shamanic Voices, (New York, NY: Penguin, 1979), pp. 7-27.
La testimonianza di capo Shoefoot, ex sciamano
Un ex sciamano, Capo Shoefoot, ci parla del percorso che lo ha portato ad abbandonare la magia e il culto dei demoni per la fede in Dio. Il missionario Mike Dawson ha fatto da interprete e ha potuto constatare che tutto ciò che state per vedere e sentire è esattamente com’è stato raccontato quel pomeriggio da Shoefoot.
Shoefoot, che ora si fa chiamare Battista, nella sua testimonianza fa riferimento a Joe. Joe Dawson è il missionario che ha aiutato Shoefoot a capire chi è Dio e perché ha mandato suo figlio sulla terra. La presentazione che segue è la vera storia di un uomo la cui vita è stata cambiata radicalmente dall’incontro con Cristo.
Non tornerò mai più indietro – la storia di uno sciamano
Vorrei solo precisare che, se qualcuno mi chiedesse di condividere questa storia, esiterei un pochino perché i non credenti non capirebbero tutto ciò che sto per dire. Ma tu sei come un fratello, è come se fossi stato via e adesso fossi tornato. Mi sento come in famiglia, come se fossi mio padre o un mio fratello maggiore o un mio fratello minore. È come quando stai lontano tanto tempo da casa: quando torni non vedi l’ora di condividere con i tuoi familiari tutto ciò che hai fatto. Perciò se un non credente venisse a chiedermi di parlargli della mia vecchia vita e di com’ero, come ho detto prima, esiterei un pochino. Penserei: “Cosa lo vuoi sapere a fare? Perché vuoi sentire questa storia?”. Non mi interessa raccontarla tanto per dire, tanto per intrattenere le persone. Fa riemergere tanti ricordi, mi fa pensare alla mia infanzia e a cosa stavo diventando. Perché all’epoca non conoscevo nulla di Dio, le uniche cose che sapevo erano quelle che gli anziani della mia tribù insegnavano. E davo per scontato che avessero ragione, che tutto ciò che insegnassero fosse giusto. Avevano autorità. La mia giovinezza è stata piena di taboo, di cose che non potevo fare. Poi man mano che crescevo, hanno cominciato a dirmi che, sebbene per molti fossi ancora un po’ troppo giovane per bere le ossa ai morti, avevano capito che ero un essere speciale per questi spiriti. Perciò son dovuto andare avanti e ho cominciato a bere le ossa dei morti, perché questo avrebbe aumentato la mia sensibilità. Così ho cominciato a bere le ossa dei morti quando ero ancora molto giovane, mi è stato insegnato a farlo quando ero ancora un ragazzino. Uno dei motivi per cui lo fanno con persone come me è perché così cresciamo nell’odio, nel desiderio di vendetta. Le ossa non vi vengono mai fatte bere con l’intento di farvi amare le persone o per nutrire sentimenti amichevoli, ma sempre per farvi provare un senso di vendetta. Così cominci a disprezzare la gente, a odiarla. Durante questo rituale ti fanno inalare droga con l’obiettivo di renderti più suscettibile e facilitare l’accesso degli spiriti. E non è una persona qualsiasi a farti inalare droga, ma è il maestro, il capo sciamano, dicendo: “Lo faccio per darti il mio respiro”. In altre parole, il potere datogli dallo spirito viene trasferito in occasione di questo rito. Il maestro dice: “Lo faccio affinché tu pensi come penso io”. Il desiderio, dunque, di possedere lo stesso potere che ha il maestro ti fa inalare quella droga. In un primo momento il suo demone mi ha terrorizzato a morte, nessuno mi aveva detto che in tale data, nella notte, e in quest’altra data, nella notte… non mi facevano mangiare niente, mi davano solo pochissima acqua e mi drogavano tutto il tempo. Droghe e cantilene, almeno una decina di volte. Mi ricordo, poi, che dicevano: “Non mangiare”, perciò non potevo mangiare. E mi istruivano di giorno e di notte, di continuo, tanto che non riuscivo più a distinguere la notte dal giorno. E alla fine, quando appaiono questi fasci luminosi, questi spiriti, entrano di fatto nel tuo petto e ne fanno la propria dimora. Allora sei diventato uno sciamano.
Quando ho incontrato Dawson e si è seduto accanto a me, è stata una cosa strana. Penso che sia stato mandato proprio dal Signore, perché in quel periodo io non parlavo nemmeno bene, ma si vedeva benissimo che mi voleva bene. Non aveva paura di toccarmi. Capivo cosa mi diceva e mi sono sempre domandato come mai. Quando mi parlava del Signore era come se conoscesse perfettamente la mia lingua sebbene non fosse così. Ho capito tutto quello che stava cercando di dirmi. Ha cominciato a dire: “Questo è ciò che dice Dio e questo è ciò che dice la sua parola. Questo è ciò che lui ritiene sbagliato”. Era una sensazione stranissima perché lo capivo alla perfezione. Era come se fossi legato e perciò mi sono rivolto a Dio e gli ho detto: “Se mi vuoi aiutare, ecco di cosa ho bisogno: ho bisogno che qualcuno mi liberi da tutte queste cose che mi avvolgono”. Dopodiché tornavo e lo ascoltavo ancora e parlavamo. A poco a poco sono diventato consapevole di tutte quelle cose da cui mi sentivo attratto. Come per esempio il tabacco. Eh sì, ne andavo pazzo. Sapete, tanta gente qui ha avuto problemi col tabacco. Poi mi piaceva la droga, inalare droga pesante, e bere le ossa dei morti. Penso che Dio mi stesse mostrando che tutte queste cose erano sbagliate, ne ero diventato schiavo. Eppure erano cose che mi piaceva fare. Riconoscevo che tutte queste cose, le donne, le cantilene, i canti, i canti degli spiriti… ero pronto ad ammettere che erano cose sbagliate. Ma c’era una cosa che non ero disposto a lasciare, l’unica cosa che volevo mantenere era… io non avevo una moglie, ma condividevo la stessa donna col vicecapo del villaggio. Ho cercato in tutti modi di trovare delle ragioni per dimostrare che questa cosa non fosse poi così sbagliata. Voglio dire, dopo tutto ero disposto a rinunciare a tutto il resto. Ma questa cosa, la volevo tenere. Sono tornato, allora, al mio albero e mentre ero seduto lì a parlare con Dio gli ho detto: “Signore, mostrami tutte quelle cose della mia condotta che sto ancora cercando di nascondere. Quest’unica cosa che vorrei tenere, di certo non è così grave. È l’unica cosa che davvero vorrei tenere”. E mentre ero lì seduto a parlare con Dio, lui mi disse che quella cosa era peccato e che dovevo abbandonarla. Questa cosa che cercavo di giustificare in tutti i modi era proprio la prima di cui mi dovevo sbarazzare. Mi ha ricordato le parole: “Non commettere adulterio” e anche “lascia stare la donna di un altro”. Io ero… ero colpevole e mi ha mostrato che questa era una cosa di cui mi dovevo liberare. Per me andava bene così, ma Dio ha messo a nudo il mio cuore, mi ha mostrato che il peccato era ancora lì e me ne dovevo sbarazzare, che avrei continuato a pensarci o che avrei continuato ad agire alla vecchia maniera. Perciò, continuando a parlare con Dio ho preso molto seriamente la questione del vedere il peccato come lo vede Dio. Dio mi ha fatto diventare come un bambino, come una persona che non ha mai peccato prima. Voglio che niente si frapponga fra me e te, in modo che la tua Parola possa crescere nel mio cuore, che possa diffonderla e condividerla con la mia gente. Perciò a poco a poco, ha cominciato a succedere proprio ciò che avevo chiesto. La mia esortazione, dunque, è che se volete veramente camminare accanto al Signore, dovete parlargli faccia a faccia e chiedergli: “Signore, mostrami quelle cose della mia vita che non ti piacciono”. Perché se siete voi ad analizzarle, troverete sempre delle giustificazioni, proprio come è successo a me. Ma quando è Dio a mostrarvi cosa non va nella vostra esistenza, vi dice la verità e vi mette a nudo per quello che siete.