Crescendo, la casa dei miei nonni era il paradiso dei bibliofili. Gli scaffali della libreria ricoprivano le pareti come carta da parati. Da piccola, i miei occhi si allargavano per lo stupore di come due persone potessero avere così tanti libri, o così tanto tempo per leggerli tutti.
Con il passare degli anni, gli scaffali della casa dei miei nonni diminuivano. Nonostante si arrampicassero ancora sul soffitto, non erano più come carta da parati. Invece, venivano custoditi in alcune piccole stanze. Chiedendo a mio nonno la motivazione, mi disse quanto segue; "Ho imparato a leggere solo i libri migliori, Alexandra, e a leggerli più e più volte." I migliori libri Francis Bacon disse una volta: "Alcuni libri devono essere assaggiati, altri deglutiti e alcuni masticati e digeriti" (Saggi: 1597). La verità è che può essere difficile trovare quei "libri da masticare e digerire" — e molti di essi rimangono nascosti sui comodini abbandonati. Tuttavia, questa nuova serie si propone di mettere in evidenza quei pochi libri completamente consumabili — sollevandoli dal comodino alla blogosfera. Perché leggere? Anche se la Parola di Dio dovrebbe essere il punto centrale della nostra dieta, poiché solo essa può soddisfare l'anima, una lettura più ampia può insegnarci ancora qualcosa nel nostro cammino spirituale. Desideriamo trovare libri che espandano i nostri cuori e le nostre menti, che ci sfidino a pensare in modi che non avevamo mai pensato prima e che ci aiutino a considerare Gesù il primo, l’ultimo e il migliore. A volte però, leggere può sembrare un po... fuori moda. Soprattutto in un'epoca di video di piccole dimensioni e articoli online, avere un libro pesante sul fondo della borsa potrebbe non sembrare così attraente . Ma gli studi hanno dimostrato che la lettura, in particolare su carta, stimola la mente, può ridurre lo stress, aumentare la conoscenza e il vocabolario, migliora la memoria, rafforza il pensiero analitico, aumenta l'empatia e migliora la concentrazione e l’attenzione. In breve, ha la capacità di renderci persone più intelligenti, migliori e meno stressati. Eccellente. Sul mio comodino Abbiamo chiesto a un varie persone; dai relatori agli studenti, dai professionisti ai professori, di recensire le loro letture da comodino preferite. Quindi, fai attenzione ai post mensili di "Sul mio comodino" e preparati a leggere i migliori libri e a rileggerli più volte. Alex Browne si occupa dell’editing per il GYC Europe Permalink: https://www.gyceurope.org/sul-mio-comodino-unintroduzione/ Questo articolo è il nono della serie “Le incongruenze del Cristianesimo”. Basato sulle citazioni di “Passi verso Gesù” (La via migliore), lo scopo è quello di analizzare i malintesi che molti possono incontrare nel cammino cristiano. Penso che questo sarà per voi una bella sfida…—Editor
Stavano andando negli Stati Uniti d'America per incominciare una nuova vita. Per molti, è stato l'inizio di un viaggio per raggiungere i loro desideri di ricchezza, onore e prosperità. Nel 1912, 2224 emigranti provenienti da Gran Bretagna, Irlanda, Scandinavia e da qualche altra parte in Europa salirono a bordo del RMS Titanic. Alle 23:40 del 14 aprile 1912, il Titanic colpì un iceberg e alle 2:20 del mattino l'inaffondabile "Rams Titanic" scomparve sotto le onde del Nord Atlantico. Più di 1500 passeggeri morirono, senza mai poter vedere la ricchezza, l'onore e la prosperità che speravano. Erano solo a metà strada! La storia del Titanic ci ricorda che nessuno è al sicuro. La catastrofe può arrivare in un momento sulla vittima ignara. Non so quante persone sul Titanic siano state consacrate a Dio. Ma una cosa è certa: molti morirono e la loro speranza della risurrezione si può trovare solo in Cristo. Oggi milioni di persone fanno progetti per fare carriera e mirano a creare un futuro sicuro per se stessi e per le loro famiglie. Tuttavia possiamo trovare la vera sicurezza solo nella Parola di Dio e seguendo le orme di Cristo. Nel libro Passi verso Gesù, Ellen White dice "per molti l'idolo è Mammona. Il desiderio di possedere ricchezze e l’amore per il denaro sono catene d’oro che trattengono molti prigionieri di Satana. Altri vivono in funzione della loro reputazione e degli onori mondani; altri ancora hanno come loro idolo una vita di agi e di indifferenza nei confronti delle responsabilità." SC 44. La ricchezza, la reputazione e la prosperità egoistica erano tutte cose a cui miravo una volta. Infatti, sono spesso desiderate perché vediamo cosa gli altri fanno e posseggono. Mio padre era solito dirmi "Non guardare quello che gli altri hanno perché non puoi mai sapere cosa hanno fatto per ottenerlo. "Era uno di quei saggi proverbi che mi ripeteva più e più volte. Mentre crescevo e acquisivo più esperienza nella vita, ho visto tutto ciò che porta l'infelicità, perché senza Cristo non si ha mai veramente niente. Se trascorri tutta la tua vita con l'obiettivo di arrivare in cima alla tua montagna, ti sei mai posto la domanda "Cosa farò quando arrivo lì?" O "Cosa farò dopo?". Sicuramente nessuno vuole andare in discesa. C'è soltanto uno che può darti la pura felicità anche quando raggiungi i tuoi obiettivi nella vita, Gesù Cristo. Ciò mi porta a pensare alla montagna che magari vorresti scalare o al mare come esperienza di vita su cui potresti voler navigare. Porterà gloria e onore al tuo Creatore e ti attirerà più vicino a Lui? In caso contrario, ti esorto vivamente a ripensarci. Gesù la pone in questi termini: "Chiunque tra voi non abbandona tutto ciò che ha, non può essere il mio discepolo". Luca 14:33. Dio desidera che il tuo cuore, la tua mente e le tue opere siano consacrate a Lui. Vuole completamente il tuo servizio. "Non possiamo essere metà del Signore e metà del mondo. Non siamo figli di Dio a meno che non lo siamo completamente. "SC 44. Il problema di molti è che l’ essere sicuri di essere accettati da Dio richiede loro di avere fede e di cercare Dio con tutto il loro cuore. Ellen White ha dichiarato: "La domanda di molti cuori orgogliosi è: "Perché ho bisogno di pentirmi e umiliarmi prima di poter avere la certezza di essere accettato da Dio?" SC 46. Gesù è venuto come un uomo e ci ha lasciato un esempio da seguire. Ricordo quando usavamo la carta lucida alla scuola elementare. L'insegnante ci dava un'immagine perfetta da copiare e quindi noi avremmo fatto del nostro meglio per farla uguale. In modo simile, Gesù ci ha lasciato l'immagine perfetta da copiare: la sua vita e le sue parole. Tuttavia, solo attraverso la Sua forza possiamo seguire la volontà di Dio. Diversi anni fa stavo studiando la Bibbia con un giovane uomo. Aveva successo nella vita ma aveva obiettivi che lo avrebbero separato da Dio. Ho trascorso del tempo a mostrargli dalla Parola quanto il Salvatore lo amava, ma alla fine disse che non voleva più studiare la Bibbia. Alcuni mesi dopo la sua decisione, venne nella mia chiesa e cominciò a camminare instancabilmente su e giù per il marciapiede. Lo vidi e lo chiamai. Venne da me con le labbra tremanti e le lacrime agli occhi e disse: "Sento che sto perdendo la testa". Lo supplicai di andare a Dio, ma non lo fece. Non l'ho mai più visto. Proprio come il Titanic, molti affonderanno sotto le onde dei mari freddi che questo mondo porta nelle esperienze della vita. Ma se Pietro poteva essere sollevato dall'affondare, possiamo esserlo anche noi. Percorriamo tutta la strada fino al Signore con un cuore consacrato, a metà non è sufficiente . Craig Gooden è l'attuale direttore del Centro di evangelizzazione di PEACE e operatore biblico per la Conferenza degli avventisti del settimo giorno dell' Inghilterra del Nord. Craig ama condividere il Vangelo con gli altri e, soprattutto, passare del tempo con sua moglie Farida e il loro figlio Izraël. Permalink: https://www.gyceurope.org/a-meta-strada/ Questo articolo è il quinto in una serie intitolata "Incongruenze nella Cristianità". In questa serie diversi autori spiegano le divergenze più comuni che i Cristiani o coloro che vogliono diventarlo molto spesso si trovano ad affrontare. Queste divergenze le troviamo scritte nel libro La via Migliore dove l'autore spiega le difficoltà che tanti incontrano. La citazione per questo articolo è: "Molti, pur avendo confidato in Gesù e ottenuto il perdono dei peccati, pensano di dover fare qualcosa." La Via Migliore, 69. - Editore
Un amico mi disse una volta: "Se non sei sicuro di quanto puoi fare da solo- senza dipendere da Gesù che ti sostenga- allora smetti di respirare l'aria che non ti appartiene. Chi è che da al tuo cuore la forza di pompare il sangue attraverso tutto il tuo corpo? Hai mai preso una decisione da solo su queste cose? C'è qualcun'altro che ti sostiene. In qualche modo abbiamo creato un illusione nella nostra mente che possiamo fare qualcosa da soli- che sia nel regno della salvezza fisica o spirituale. Quando veniamo alla nostra salvezza, Paolo ci ricorda che "È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni". Filippesi 2:13. Tante persone pensano che la giustificazione sia quello che Dio fa per noi (la morte di Gesù per noi), e la santificazione quello che facciamo noi (le nostre opere buone). In un certo modo la Chiesa Cattolica ha incorporato questa idea della salvezza o almeno in parte attraverso i vari sacramenti, la quale al suo tempo hanno avuto una grande influenza nel mondo Cristiano. Questo continuò fino a quando Lutero arrivò proclamando "Sola Grazia" e "Sola Fede", facendo vedere l'assurdità del poter comperare la salvezza con le indulgenze, pellegrinaggi, e le Avemaria. La nostra società sembra essere presa da questa mania basata su uno stile di vita di "salvezza attraverso le opere". Quello che intendo con questo è che dobbiamo fare qualcosa in modo da essere accettati:
Ma la Bibbia ci da un quadro vastamente diverso da come veniamo accettati da Dio. Questo è uno dei maggiori fattori tra la cristianità biblica e le altre religioni del mondo. In tutte uno deve fare qual'cosa in modo di ricevere il favore della loro divinità. Solamente nella Cristianità, Dio ha fatto qual'cosa per noi-ha dato la sua vita per i nostri peccati-così che sappiamo già che siamo accettati da Lui, e che ci ha dato in regalo la vita eterna. È quando proviamo questa riunificazione con Cristo e lasciamo che Lui viva in noi che produce le opere buone. È Gesù che fa questo benevolente lavoro attraverso noi. La giustificazione è quello che Cristo fa per noi, e santificazione è quello che Cristo fa in noi e attraverso noi. Se c'è una cosa che dobbiamo fare, è quella di dare il permesso a Gesù di fare il suo lavoro in noi perchè l'unica cosa che Dio non può fare è andare contro il nostro volere. Abbiamo la solenne responsabilità di prendere quella decisione. Ma la buona notizia è che anche quella decisione avviene attraverso il potere della grazia di Dio, che senza di essa non avremmo neanche la capacità di pensare, decidere o respirare. "Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene." Efesini 2:8,9. Scritto da Jesse Zwiker Permalink: https://www.gyceurope.org/non-ce-spazio-per-lautosufficienza/ Questo è l'ottavo articolo della serie "Le incongruenze della cristianità". È un promemoria tempestivo riguardo l’importanza di alleviare i pesi di coloro che ci circondano! -Editore
La preoccupazione nel cuore dell'uomo l'abbatte, ma una buona parola lo rallegra. (Proverbi 12:25) Molte persone, nonostante siano coraggiose, sono oppresse dalla tentazione quasi fino a soccombere nella lotta contro l’egoismo e contro il male. (SC, 120) È il volere del Signore che ci incoraggiamo l'uno con l'altro. Che non ci sia critica ma stima reciproca. Nell'epistola agli Ebrei 10:24 la Bibbia dice, "Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone ... e sempre esortandoci a vicenda; tanto più che vedete approssimarsi il gran giorno.” Immaginiamo uno studente con pochi soldi. Il diavolo lo incoraggia a compatirsi per lamentarsi della sua condizione. Potrebbe provare gelosia verso gli altri. Un altro esempio, una giovane donna che non riesce a trovare lavoro. Nel suo caso il diavolo la induce ad avere un’idea sbagliata su se stessa, portandola a pensare di non essere all'altezza o di non essere apprezzata se non trova un'occupazione. Questo è un attacco del nemico (vedi 1 Pietro 5:8). Fa parte della sua strategia adoperare certe nostre mancanze. Come dice Ellen White, entriamo in un trabocchetto. Quando scoraggiamo un individuo che sta attraversando un brutto periodo, perdiamo una parte cruciale. L’empatia. Cioè l'abilità di capire e condividere i sentimenti degli altri. È un talento che dobbiamo migliorare. Ellen White afferma, "Nel rapporto con gli altri, mettetevi al loro posto. Percepite i loro sentimenti, le loro difficoltà, le loro delusioni, le loro gioie e i loro dolori. Identificatevi con loro e poi comportatevi con loro come se, scambiandovi di posto, augurereste a loro di aver a che fare con voi." (MOB, 134-135). Per natura ci manca questa qualità empatica. Siamo concentrati su noi stessi piuttosto che preoccuparci per il benessere altrui. Consideriamo l'esempio di Gesù. Lui vide la nostra lotta contro il peccato. Con la sua misericordia si è identificato con noi e si è posto al nostro fianco per aiutarci a combattere le forze del male. Se poniamo attenzione al suo comportamento verso di noi, ci rendiamo conto di quanto siamo scortesi tra di noi. Siamo duri e critici perché non siamo coscienti del dolore e del peso che dobbiamo portare. Immaginate il dolore nella casa di Giobbe. Lui e sua moglie hanno perso tutto ciò che era a loro caro. La terribile notizia della perdita, della morte e della rovina ancora aleggiava nell’aria. Poi all'improvviso, Giobbe si ammala. Prende un pezzo di coccio di terracotta con il quale si gratta mentre siede sulla cenere. Cosa sta pensando? Cosa potrebbe provare ? Io lo immagino triste ed abbattuto. Lacrime silenziose scorrono nel suo cuore. È stanco. E il suo corpo è dolorante. Cosa vorresti che qualcuno facesse o ti dicesse se fossi al suo posto? La sua battaglia è dura. Giobbe sta combattendo contro Satana. Ha un bisogno disperato di supporto e incoraggiamento. Ora, senti la moglie: "Rimani ancora saldo nella tua integrità? Maledici Dio e muori" (Giobbe 2:9). Lei è diventata lo strumento di Satana, perché è venuta meno nel sostenere suo marito. Le sue parole lo inducono ad arrendersi. Questo è quello che il nemico vuole. Un altro esempio di un grande profeta. Era in gravi difficoltà. Dopo aver sconfitto i nemici di Dio, è stato emesso il suo decreto di morte. Fugge in cerca di salvezza. Elia è completamente esausto, stanco e impaurito (vedi 1 Re 17:3). Cosa desidera? Si augura di morire! Ma la risposta di Dio è molto preziosa. Manda un angelo a sostenerlo. Per prima cosa lo tocca. È un tocco gentile, che raggiunge l’anima di Elia. Poi lo invita a mangiare qualcosa, mostrando quindi interesse per i suoi bisogni fisici. È sorprendente vedere come Dio è così attento verso i deboli, gli ansiosi e i depressi. Questo è amore genuino. Ecco qui una lezione pratica collegata a questi esempi. "Coloro che conducono le battaglie della vita fra grandi difficoltà, possono essere incoraggiati e sostenuti con piccole attenzioni che si manifestano con semplici gesti d’amore. Per queste persone la stretta di mano di un vero amico è più preziosa dell’oro e dell’argento e le parole gentili sono paragonabili al sorriso degli angeli.” (OGM pag 84) Ora, vorrei rivolgermi a tutte le persone che stanno lottando in questo momento. La Sacra Scrittura dice, "Lo spirito dell'uomo lo sostiene nella sua infermità, ma chi può sollevare uno spirito abbattuto?" (Proverbi 18:14) "Nelle pagine della loro memoria sono state archiviate storie tristi, nascoste a ogni forma di curiosità." (OGM pag 84) Non so cosa stai passando proprio ora. Comunque c’è stato un periodo difficile in cui mi sentivo abbattuta nello spirito. Per fortuna Dio mi mandò una persona cristiana che mi parlò della fede e del coraggio nella mia vita. Mi aiutò a restare in carreggiata o meglio a rimettermi in carreggiata. (Proverbi 24:16) Per questo motivo l'amicizia cristiana è molto importante; ci rafforza. Circondatevi di persone che credono in Dio. Quando vi sentite un totale fallimento, avete bisogno della dimostrazione potente della fedeltà di Dio. Immergetevi nella Sua Parola per capire chi siete ai suoi occhi. Dio vi ama. Non siete soli con i vostri affanni. Pensate a Gesù sulla croce. Lui vuole che crediate alle sue parole. Io non ti dimenticherò. Ecco, io ti ho scolpito sulle palme delle mie mani; le tue mura mi stanno sempre davanti. Non potrò mai abbandonare o lasciarti. (Isaia 49:15b-16, Ebrei 13:5) Credo che Dio debba purificare le nostre labbra (Isaia 6:6-7). Spesso abbiamo mancato di incoraggiarci l'uno con l'altro. Paolo disse, “Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo” (Galati 6:2). Non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri" (Filippesi 2:3-4). Concludo ponendovi tre domande: Desiderate abbandonare le abitudini che feriscono gli altri? Desiderate cambiare il vostro linguaggio inadatto con la grazia di Dio? Desiderate seguire l'esempio di Gesù aiutando la gente oppressa e depressa? Lui insegnerà a voi e a me come amare veramente gli altri. E per grazia saremo cambiati nella dolce immagine di Gesù Cristo. Scritto da Shaina Strimbu Permalink: https://www.gyceurope.org/chiamati-ad-alleviare-i-pesi/ Questo è il settimo articolo della serie “Incongruenze della Cristianità”. Basandosi sulle citazioni del libro Passi verso Gesù, si vogliono analizzare le incomprensioni comuni che molti incontrano sul loro cammino Cristiano. È un articolo personale che fa riflettere e che va dritto al cuore! -- Editore
“Sono molti coloro che accettano una religione unicamente intellettuale, una pietà formale, senza purificare il loro spirito.” SC 34. Sono cresciuta in una casa con una mamma che qualcuno ha definito come “l’eterna studentessa”. Terminò la scuola superiore all’età di circa 19 anni. Poco dopo incontrò mio padre, si sposarono e iniziò il corso di laurea in psicologia ed ebbe me e mia sorella Qeren. Poi terminò la laurea in psicologia ed ebbe un’altra figlia, divorziò, ed era una madre single di tre bambine al di sotto dei sei anni. Iniziò e terminò la scuola di medicina senza riguardo e iniziò la specializzazione in psichiatria. Oggi mia madre è una psichiatra e sta lavorando alla specializzazione. Quindi non vi sorprenderà sapere che i libri occupavano la maggior parte dello spazio nella nostra casa mentre crescevamo. Mia madre apprezza la conoscenza e ci incoraggia ancora oggi a fare le nostre ricerche e ad essere ben informate. Mi leggeva le storie della Bibbia giornalmente fino a quando capì che potevo leggerle autonomamente e mi propose la serie biblica blu Maxwell. Quando compii 10 o 11 anni avevo già letto tutta la serie e quindi passai alla Bibbia per adulti. Non credo che la leggevo tutte le sere. Ma a quel tempo avevo conoscenza sufficiente per frequentare la scuola del Sabato senza aver studiato la lezione dei bambini ed avere comunque la risposta pronta alla maggior parte domande, avevo una conoscenza sufficiente per avere un’idea generale di cosa era o non era accettato nella chiesa e conoscenza sufficiente, un pochino più tardi quando internet cominciò ad emergere, per discutere con altri Cristiani (alle volte Avventisti e qualche volta non Avventisti) nelle chat e nei forum riguardo a temi come l’alcool e l’osservanza del Sabato. Si, avevo conoscenza sufficiente per ingannare me stessa nel pensare che tutto questo era la Cristianità. Andare in chiesa al Sabato, cercare di essere una persona per bene e leggere la Bibbia. Era così che sembrava la mia fede. La mia fede era superficiale. Non era falsa. E non mi sembrava insignificante. Ma sicuramente era immatura. Le cose cominciarono a cambiare alla conferenza di preghiera. Studiammo la Bibbia e poi pregammo riguardo a quello che avevamo studiato. Imparai ad applicare la conoscenza al mio cuore. E durante una delle preghiere, per la prima volta nella mia vita, sperimentai Dio più che un Dio reale ma anche molto lontano. Questa volta lo sperimentai come l’Amico Celeste che è interessato al mio benessere e che desidera essere in comunione con me. L’amicizia che nacque lì, si è molto sviluppata da quel momento. Iniziammo a parlare riguardo al fatto di abbandonarsi a Cristo. Dissi a Gesù che desideravo vivere con lui per sempre e lui mi disse che non mi avrebbe mai lasciato o abbandonato (Deuteronomio 31:6). Fui battezzata un anno più tardi. Anche oggi, qualche volta, sebbene io sappia “quale Amico in Cristo abbiamo” mi trovo ad ignorare Gesù. No, aspetta. Non si tratta di ignorare. Il fatto di ignorare implica che tu sia sufficientemente vicino a qualcuno per trascurare i suoi tentativi di comunicare con te. Suppongo sia più corretto dire che alle volte mi sento come se lo avessi chiuso fuori. Non lo faccio apposta. Alle volte mi ritrovo ad essere impegnata nel lavoro, nella chiesa, in famiglia, con gli amici, con i miei hobby o solamente nella procrastinazione generale che taglio fuori Cristo. E qui arriva la mia sfida: il mio intelletto rimane anche se la mia spiritualità diminuisce. La conoscenza che ho acquisito riguardo a Dio attraverso gli anni non evapora quando non trascorro del tempo in preghiera e non smetto di andare in chiesa quando smetto di nutrire il mio rapporto con Dio. Sono una Cristiana talmente “ben allenata” che i miei riti religiosi restano attivi a lungo dopo la morte della mia spiritualità “Sono molti coloro che accettano una religione unicamente intellettuale, una pietà formale, senza purificare il loro spirito.” SC 34. Suona famigliare? Anche tu ti ritrovi nei gesti della religione e alle volte della chiesa, senza avere una relazione con Gesù che dia valore alla religione e alla chiesa? Hai una conoscenza completa di Dio, ma senti nel tuo cuore che non lo conosci? Ti piacerebbe sperimentare cosa significa per Dio essere in comunione con te? La buona notizia è che è possibile per colui il qualche desidera questa relazione. Dio dice “Se ti avvicini a me, io mi avvicinerò a te” (Giacomo 4:8). La cattiva notizia, se così si può chiamare, è che tutto ciò richiede uno sforzo serio, forse molto di più di quello che sei disposto ad fare. Perché implica il rifiutare l’impulso di fidarsi di ciò che si conosce e invece di fare affidamento sulla comprensione di Dio. Man mano che ti avvicini a Dio, ti renderai conto che sei lontano dalla perfezione, che c’è il peccato nella vita che ami, e che ti sta portando verso il basso. C’è una buona probabilità che cercherai di tenerti stretto al tuo amato peccato e a Gesù allo stesso tempo. Lui sarà molto paziente con te e alla fine ti farà scegliere. La tua vittoria su tutto questo sarà di resistere sufficientemente a lungo per capire che quello che Lui ti offre è meglio di quello che ti chiede di lasciar stare. E che purificherà il tuo cuore in modo da allinearlo alla Sua mente. Si tratta di comprendere che la pace derivante dalla relazione con Cristo sorpassa ogni conoscenza, tutti gli intellettualismi e tutta la conoscenza. La chiave per avere una religione che vada oltre la mera conoscenza è una relazione con Dio dal quale la conoscenza inizia. Questa è fede. Dopo aver detto tutto questo, la conoscenza è importante. Non è a caso che Dio dice che il suo popolo perirà per mancanza di conoscenza. Ma è ugualmente vero che non è per conoscenza che le persone vivono. È per fede (Abacuc 2:4). Fonte: https://www.gyceurope.org/una-religione-intellettuale/ Io pongo il mio arco nella nuvola, e servirà di segno del patto fra me e la terra. [Genesi 9:13]
Alessandra (nome fittizio, trattasi di minorenne) era seduta di fronte a me e alla psicologa per raccontare la sua situazione a casa. All’inizio c’eravamo soltanto io e mio fratello, prima della separazione di mamma e papà. Dopo è arrivato un altro fratello che mamma ha avuto con un compagno, e l’anno scorso è nata la sorellina dall’altro nuovo compagno. Un fine settimana si e uno no, ci separiamo per andare dai papà: io e mio fratello dal nostro, l’altro dal suo. A casa di papà ci sono la sua compagna e il figlio di lei che, come mamma era sposata prima di separarsi e conoscere papà. Tra qualche mese arriverà il nostro nuovo fratellino, perché papà sta per avere un altro figlio. Per me è un po’ scomodo dovermi trasferire, cambiare letto, casa, e tutto il resto, ma almeno posso stare con papà... mi sento confusa da tutte queste cose! Alessandra stava vivendo un’esperienza destabilizzante all’interno della sua famiglia ricostruita[1] (circa mezzo milione[2] secondo l’Istat nel 2014). Nell’attuale scenario socioculturale è emersa anche la “famiglia arcobaleno”, definita dall’omonima associazione[3]:
La teoria dell’imprinting, che procurò il premio Nobel a Konrad Lorenz, sostiene infatti che un essere vivente impara a riconoscersi in una specie piuttosto che in un’altra a partire dal legame con una figura di riferimento. Dopotutto i bambini, cioè i cuccioli di uomo, non sono troppo diversi da quelli degli altri animali, e possono anche subire un imprinting da parte della specie che li ha adottati, finendo per assomigliare ai nuovi “genitori”.[5] Oltre ad una mera questione di diritto e di giurisprudenza, si nasconde forse dell’altro dietro il riconoscimento delle famiglie arcobaleno? Il punto di vista di Oriana Fallaci, per esempio, evidenzia l’aspetto elettorale della questione[6]: L’omosessualità in sé non mi turba affatto. Non mi chiedo nemmeno da che cosa dipenda. Mi dà fastidio, invece, quando (come il femminismo) si trasforma in ideologia. In categoria, in partito, in lobby economico-cultural-sessuale. E grazie a ciò diventa uno strumento politico, un’arma di ricatto, un abuso Sexually Correct. O-fai-quello-che-voglio-io-o-ti-faccio-perdere-le-elezioni. Pensi al massiccio voto con cui in America ricattarono Clinton e con cui in Spagna hanno ricattato Zapatero. Sicché il primo provvedimento che Clinton prese appena eletto fu quello di inserire gli omosessuali nell’esercito e uno dei primi presi da Zapatero è stato quello di rovesciare il concetto biologico di famiglia nonché autorizzare il matrimonio e l’adozione gay. La giornalista, dalle idee molto aperte (atea, progressista e anticonformista), ha posto tuttavia anche un nodo etico alla questione: Un essere umano nasce da due individui di sesso diverso. Un pesce, un uccello, un elefante, un insetto, lo stesso. […] Che ci piaccia o no, su questo pianeta la vita funziona così. […] Un omosessuale maschio l’ovulo non ce l’ha. E non c’è biogenetica al mondo che possa risolvergli tale problema. Clonazione inclusa. L’omosessuale femmina, si, l’ovulo ce l’ha. Ma la sua partner non può fecondarla. Sicché se non si unisce a un uomo o non chiede a un uomo per-favore-dammi-qualche-spermatozoo, si trova nelle stesse condizioni dell’omosessuale maschio. […] Con quale diritto, dunque, una coppia di omosessuali (maschi o femmine) chiede d’adottare un bambino? Con quale diritto pretende d’allevare un bambino dentro una visione distorta della Vita cioè con due babbi o due mamme al posto del babbo o della mamma? E nel caso di due omosessuali maschi, con quale diritto la coppia si serve d’un ventre di donna per procurarsi un bambino e magari comprarselo come si compra un’automobile? Con quale diritto, insomma, ruba a una donna la pena e il miracolo della maternità? […] la verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Non possono falsare con l’ambiguità delle parole «genitori» e «coniugi» le Leggi della Vita. Lo Stato non può consegnare un bambino, cioè una creatura indifesa e ignara, a genitori coi quali egli vivrà credendo che si nasce da due babbi o due mamme non da un babbo e una mamma. […] un bambino non è un cane o un gatto da nutrire e basta, alloggiare e basta. È un essere umano, un cittadino, con diritti inalienabili. Ben più inalienabili dei diritti o presunti diritti di due omosessuali con le smanie materne o paterne. E il primo di questi diritti è sapere come si nasce sul nostro pianeta, come funziona la Vita nella nostra specie. Cosa più che possibile con una madre senza marito. Del tutto impossibile con due «genitori» del medesimo sesso. Infine, c’è anche la questione del DSM (Diagnostics and Statistics Manual). Nessun altro manuale vanta l’influenza e la rilevanza nel tracciare la linea divisoria tra normale e patologico, influenzando così la vita di milioni di persone al mondo. Se si vuol sapere se qualcosa è un disturbo mentale e come si fa a riconoscerlo, basta consultare il manuale. Nato per rimediare al caos terminologico e di categorie psichiatriche, e fornire un linguaggio comune alle diverse scuole psichiatriche, il manuale si è sempre più trasformato da generica nosologia (classificazione di disturbi) in una sorta di albo ufficiale della scienza psichiatrica, dove è stabilito cosa è disturbo mentale e cosa non lo è, superando in influenza l’ICD dell’OMS. Tuttavia, una parte della comunità scientifica ha svelato che ci sono state infiltrazioni e condizionamenti delle lobby delle assicurazioni sanitarie americane, che hanno condizionato e pesato molto sulla redazione del DSM, facendogli perdere anche un po’ della sua credibilità ed attendibilità scientifica. Sulla base di esso sono rimborsati solo i disturbi riconosciuti, e per alcuni anche questa è la motivazione della scomparsa dell’omosessualità nel 1973; eliminando la malattia, a fronte dell’incremento dell’omosessualità, si sarebbero eliminati i costi a carico delle assicurazioni! In questo modo è stata eliminata solamente la spesa sanitaria, ma non la patologia. Non si risolve, per esempio, il morire di cancro stabilendo che il cancro non è più una malattia mortale, o cancellandolo dall’enciclopedia medica, bensì attraverso la ricerca e la sperimentazione di nuove terapie più efficaci. Il negare l’esistenza di una cosa non significa che essa non continui ad esserci. Qualunque persona dotata di ragione, e desiderosa di dare un senso agli aspetti più profondi della propria esistenza, se per esempio, omosessuale, si chiederà necessariamente cosa lo ha reso differente dalla maggioranza degli individui, e perché. Spitzer riuscì con abili manovre politiche a far approvare il suo progetto, […] e si fece poi un nome per la battaglia per smettere di considerare l’omosessualità come un disturbo mentale. In quell’occasione Spitzer riuscì a salvaguardare la psichiatria dalle contestazioni dei gruppi omosessuali che picchettavano da mesi la sede dell’APA. Proprio questa vicenda suggerisce che è riduttivo interpretare il DSM e le sue revisioni come un precipitato di conoscenze scientifiche sui problemi psichiatrici, piuttosto si tratta di un ambito in cui i conflitti sociali e controversie scientifiche trovano una soluzione politica. Le categorie di disturbi mentali entrano ed escono dal DSM in base all’abilità e alla forza dei suoi sostenitori più che in base all’evidenzia scientifica.[7] È fuori dubbio che la cancellazione dell’omosessualità dal manuale di psichiatria ha avuto delle conseguenze sul piano sociosanitario e culturale, perché ha incoraggiato persone con tendenze omosessuali, e i loro familiari, a non ricercarne le cause e a non intervenire, anche quando la precoce presa in carico da bambini, o da adolescenti, avrebbe avuto maggiori probabilità di successo che da adulti. Queste persone avevano il diritto di esplorare il loro potenziale eterosessuale. Trent’anni dopo però, Spitzer in un articolo su una rivista scientifica, ha pubblicato i risultati di una ricerca da lui condotta, dove ha ritrattato la sua precedente posizione, affermando che: individui altamente motivati possono raggiungere il cambiamento da omosessuale ad eterosessuale[8]. Per chi vuole cambiare, dunque, esiste la concreta possibilità, ma come sempre è una questione di buona volontà! E chi ha conosciuto Gesù – il vangelo ha sempre condotto persone al cambiamento - può contare non solamente su sé stesso, ma sull’aiuto infallibile dello Spirito Santo! E Gesù: Dici: Se puoi?! Ogni cosa è possibile a chi crede (Mc. 9:23). Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica (Fil. 4:13). Chi anche in ambito cristiano è sostenitore del determinismo comportamentale affermato su base genetica (e non sono in pochi, purtroppo!), non si rende conto che esclude così di fatto un principio teologico fondamentale: il libero arbitrio. Perciò, sostenere la tesi genetica equivale ad affermare che Dio, creatore delle leggi dell’universo, resta schiacciato dalle sue stesse leggi, ed è impossibilitato a disinnescare il suo stesso meccanismo. Con la prospettiva genetica applicata ad altre trasgressioni dei comandamenti di Dio (per esempio, alcuni studiosi sostengono che il tradimento non sia imputabile se indotto da tare ereditarie), nessun peccato sarebbe più da considerarsi tale, e imputabile all’uomo. Quindi, se neppure il potere dello Spirito Santo può intervenire sulle leggi della genetica modificandone i comportamenti, allora non c’è bisogno né di chiedere perdono a Dio, né di essere sostenuti nel percorso quotidiano di Santificazione. Scrisse a tal proposito E. G. White: avete bisogno di comprendere l’importanza della volontà, questa facoltà che Dio ha dato a ogni uomo affinché possa compiere le giuste scelte e dalla quale dipende tutto. […] consacrate a Lui la vostra volontà ed egli vi aiuterà a volere e agire secondo i suoi desideri.[9] Ritornando alla questione delle famiglie arcobaleno, una delle domande lecite da porsi è: in quale contesto familiare potrebbero crescere i bambini delle famiglie arcobaleno? Con quali dinamiche coniugali, con quale clima, e con quali equilibri? Si potranno garantire le medesime condizioni ottimali delle famiglie composte da genitori eterosessuali? Uno studio pubblicato nel luglio del 2005 nel sito di Family Research Concil mette a confronto alcuni dati, rivelando le profonde differenze nello stile di vita e nelle coppie coniugali eterosessuali rispetto alle omosessuali. Rispetto alla durata del rapporto di coppia, dalle indagini compiute tra omosessuali impegnati in una relazione stabile emerge che solo il 15% dei rapporti dura almeno 8 anni e il 5% da almeno 20 anni; la durata media di una relazione è di un anno e mezzo. Rispetto alla fedeltà di coppia, un aspetto che emerge da tutti gli studi sociologico-statistici è la forte promiscuità che esiste nel mondo omosessuale. In Olanda, uomini con un partner stabile hanno in media otto partner sessuali all’anno. In Francia, si registrano tassi d’infedeltà del 54.8% per i gay e del 14% per le lesbiche (rispetto al 5% e al 3% delle coppie eterosessuali). E in generale, studi compiuti alla fine degli anni Novanta rivelano che il numero dei partner nel corso della vita di un omosessuale varia in media tra i 100 e i 500. […] Il modello monogamico è considerato una forma di oppressione culturale.[10] Ai tempi di Noè, Dio decise di mandare il diluvio perché l’uomo si allontanò irrimediabilmente da Lui. L’arcobaleno biblico ci ricorda questo, oltre al patto con l’uomo che non ci sarebbe stato un altro diluvio. Nei piani di Dio c’è un solo modello di famiglia costituito attraverso il matrimonio uomo-donna. Il “modello arcobaleno” mi richiama alla mente la decadenza sociale e morale ai tempi di Noè. Il nuovo significato (blasfemo) attribuito all’arcobaleno, è invece il patto dell’uomo con l’uomo, è l’accordo e l’alleanza tra uomini che hanno escluso Dio come loro consigliere ammirabile. Che differenza tra il simbolo del patto d’amore tra Dio e l’umanità, e il nuovo significato che simboleggia l’inimicizia e la ribellione dell’uomo moderno alla legge santa di Dio! Davide Pizzi (Assistente Sociale, membro della chiesa di Bari) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- [1] Per famiglia allargata s’intende: un modello familiare che trae le proprie origini da un contesto rurale di tipo tradizionale: essa comprende più unità coniugali, più generazioni e ingloba vincoli di consanguineità di secondo e anche terzo grado. Per famiglia ricostruita si indica: l’unione di due coniugi che hanno entrambi alle spalle una separazione o un divorzio e uniscono, nella nuova famiglia, la totalità o una parte dei figli nati dalle unioni precedenti. A. Tiberio, F. Fortuna, Dizionario del Sociale, FrancoAngeli Editore, Milano, 2001, pag. 232. [2]http://www.tgcom24.mediaset.it/donne/famiglia/le-nuove-famiglie-chi-sono-e-come-sono-composte_2082647201402a.shtml [3] http://www.famigliearcobaleno.org/it/associazione/chi-siamo/ [4] Il neonato non è subito in grado di fare la distinzione tra sé e l’altro fuori da sé, perciò la madre ha un ruolo importante, fungendo da tramite con il mondo esterno. Questa fase è decisiva per la successiva in cui avviene la differenziazione. [5] http://www.focus.it/ambiente/animali/le-vere-storie-dei-ragazzi-selvaggi Per l’approfondimento si veda anche: http://www.focus.it/natura/29092011-1706-580-la-pecora-che-si-crede-un-cane [6] https://www.notizieprovita.it/economia-e-vita/omosessualismo-e-adozioni-gay-parla-oriana-fallaci/ [7] E. Caniglia, Devianza e interazione sociale, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna (RN), 2016, pag. 84-85. [8] http://www.stolaf.edu/people/huff/classes/Psych130F2010/LabDocuments/Spitzer.pdf [9] E. G. White, La via migliore, Edizioni ADV, Firenze, 2013, pag. 47. [10] G. Gambino, Le unioni omosessuali: un problema di filosofia del diritto, Giuffrè Editore, Milano, pag. 22-23. Meglio per lui sarebbe che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli. [Luca 17:2] di Davide Pizzi (Assistente Sociale, membro della chiesa di Bari)
La storia è zeppa di esperimenti effettuati sul genere umano ispirati dalla follia; si pensi, per esempio, all’eugenetica del dottor Mengele durante il nazismo. Federico II di Svevia, invece, volle scoprire l’esistenza della lingua “naturale” dei bambini, che avrebbero parlato se non fossero stati influenzati dal contesto culturale. Egli ignorò il racconto biblico della Torre di Babele. Non riuscendo a spiegare come mai esistessero tante lingue diverse in tutto il mondo, prese un gruppo di neonati e lo fece allevare per anni in un ambiente chiuso vietando alle balie di pronunciare anche una sola parola! L’esperimento si concluse in maniera disastrosa: molti bambini morirono, e chi si salvò non solo non sviluppò nessun linguaggio “naturale”, ma, cresciuti in assenza di stimoli verbali, non impararono mai a parlare bene e a comprende alcun linguaggio[1]. Storicamente sono sempre esistite delle pratiche sociali imposte per ragioni religiose, culturali, tradizionali, ecc, e spesso le vittime e le cavie sono state i bambini: Gli indigeni della costa nord-ovest dell’America si comprimono il capo in un cono aguzzo, ed è la loro pratica costante di raccogliersi i capelli in un ciuffo sull’apice del capo, allo scopo, come osserva D. Wilson, «di accrescere l’apparente altezza della loro forma prediletta a cono». Gli abitanti di Arakhan «ammirano la fronte larga, liscia, ed onde produrla, legano una lastra di piombo sul capo dei loro bambini appena nati». […] Gli antichi Unni durante il secolo di Attila solevano appiattire il naso dei loro bambini con fasciature[2], e avevano l’abitudine di solcare profondamente con un coltello i bambini appena nati, affinché il vigore della barba, quando spunta al momento debito, si indebolisca a causa delle rughe delle cicatrici.[3] Inoltre gli Unni, praticavano sui bambini maschi la turricefalia, una deformazione che rendeva il cranio oblungo mediante l’applicazione di un bendaggio strettissimo alla testa, nell’età in cui essa era ancora molle e in fase di sviluppo.[4] In Cina invece, alle bambine veniva applicata una fasciatura che rimpiccioliva i loro piedi, chiamata chanzu, conosciuta anche con il nome di “loto d’oro”. Secondo i canoni di bellezza, il loto d’oro accentuava l’andatura femminile facendola apparire più sensuale agli occhi degli uomini. Le donne per essere più attraenti calzavano anche delle apposite scarpette; le gambe in questo modo, mutavano la loro forma naturale con la postura forzata dalla deformazione del piede, e sviluppavano un’ insolita muscolatura ritenuta sensuale dal mondo maschile. In Birmania per esempio, vengono applicati gradualmente degli anelli intorno al collo delle bambine, sempre per ragioni estetiche, fino a provocarne un insolito allungamento, e da adulte diventano le cosiddette “donne giraffa”. In alcuni paesi musulmani infine, è diffusa la pratica dell’infibulazione, la cui origine risale ai tempi degli egizi. Oggi, nei paesi occidentali si sta disquisendo sulla teoria gender. I sostenitori vorrebbero che i bambini, senza essere condizionati dalla tradizione culturale, scoprissero la loro “naturale” identità di genere. In altri termini, saranno loro un giorno a stabilire se si sentiranno maschi o femmine a prescindere dal sesso del loro corpo. Le premesse sull’esistenza di un’inclinazione naturale rievocano l’esperimento federiciano. Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna (Aldous Huxley). Il fallimento e il disastro causati da Federico di Svevia furono immediati, nel caso dei gender potrebbe richiedere più anni: i giorni ancora di là da venire sono i giudici più saggi (Pindaro). Sostenere la teoria gender (una teoria non è un qualcosa di scientificamente dimostrato), significa implicitamente negare anni di studi e di ricerche brillanti in campo psicologico. Ne deriverebbe che illustri psicologi quali, Melanie Kline, Donald Winnicott, Anna Freud e suo padre Sigmund - solo per citarne alcuni - che hanno fornito il loro prezioso contributo alla psicologia dello sviluppo, avrebbero compiuto un lavoro parzialmente errato. Infatti, grazie a loro oggi sappiamo come avviene il processo d’identificazione del bambino con i genitori, la fase dell’Edipo, dell’Edipo invertito, e quant’altro, possibili solamente se si prendono in considerazione a priori i due generi, maschile e femminile, all’interno della cornice culturale di riferimento. Uno dei rari universali è la sana differenziazione educativa impartita ai bambini in base al genere d’appartenenza (eccezion fatta per gli aspetti discriminanti). Non si può distruggere una differenziazione condivisa da tutte le culture in ogni angolo della terra che ci ha da sempre straordinariamente accomunati. È capziosa la logica che sottende il ragionamento a favore dei gender, perché tutti siamo inevitabilmente condizionati fin dall’infanzia dal nostro apparato culturale di riferimento. Paradossalmente, anche promuovere la cultura gender rappresenta un tentativo di condizionamento socioculturale, che non lascerebbe libertà al bambino. Non esiste perciò una liberazione dal sistema culturale, perché la cultura segue l’uomo come l’ombra; la cultura nasce con l’uomo, e la cultura rappresenta l’umano e l’umanità! Non è possibile sbarazzarsi della cultura, è solamente possibile parlare di cambiamenti culturali, ma, comunque sia, vecchio o nuovo modello, ci condizionano senza possibilità di scampo! A questo punto, si potrebbe obiettare su qualsiasi cosa, sull’impartire l’educazione ai figli, che impedisca loro la libera scelta. Da un punto di vista antropologico per praticare correttamente la sperimentazione gender in un ambiente completamente asettico, servirebbe perfino che i genitori dessero il nome al proprio figlio a posteriori (e nel frattempo come si chiamerebbe, visto che non esistono nomi neutri?!), dopo che questi abbia compreso a quale genere si senta di appartenere, perché, già il nome proprio di persona è un primo condizionamento! Nella comprensione della strutturazione dell’identità sessuale, non solo è inadeguato e riduttivo un approccio che fa riferimento al solo fattore socio-culturale, prescindendo dal genere fisico, ma risulta deleterio anche un approccio che offre modelli sessuali ambigui, di tipo uni-gender, soprattutto nell’attribuzione dei ruoli, nell’intento di negare lo specifico maschile e femminile. Ma l’educazione unisex porta al fallimento dello sviluppo dell’individuo, poiché il primo passo per strutturare l’identità personale sta proprio nello sforzo di diventare uomo o donna.[5] Ritengo invece più interessante sul piano scientifico scoprire il profilo psicologico di chi sostiene queste teorie, o gli interessi reconditi dei sostenitori. Esiste un ordine naturale delle cose a cui non ci è dato d’indagare, un ordine stabilito dall’Intelligenza suprema e intelligibile di Dio. Ogni tentativo umano d’indagine che oltrepassa il limite fissato da Dio, diventa un viaggio all’interno della latente follia insita in ogni persona, originata dal peccato e dall’allontanamento dalla Sapienza divina. Liberare la follia più profonda del genere umano, equivale a scoperchiare il cosiddetto vaso di Pandora, dal quale uscirono tutti i mali rinchiusi, e la nostra è la società che sta scoperchiando parecchi vasi di Pandora! Nessuno può dire fino a che punto possa spingersi la follia dell’uomo, nessuno può prevederne le conseguenze estreme. Una follia che altro non è che un delirio narcisistico, lo stesso che manifestò Satana attraverso la sua ribellione verso Dio, le Sue gerarchie, e l’ordine naturale dell’universo da Lui voluto e creato, le cui conseguenze sono da secoli sotto gli occhi di tutti, e soprattutto sulla nostra pelle. Ispirato da Satana, l’uomo sta tentando di stravolgere gli equilibri creati da Dio nel Suo progetto iniziale. L’uomo non impara mai dalla storia, e quelli che non sanno ricordare il passato, sono condannati a ripeterlo! (George Santayana) Di ogni alterazione, modificazione, e manipolazione dei piani del Signore, l’uomo ne è colpevole, e tutte le conseguenze saranno a lui addebitate! Il versetto iniziale riporta una delle poche frasi dure di Gesù nel Vangelo. Lo scandalizzare anche un solo bambino è fin troppo per Dio, ed è ragione di severo ammonimento ieri come oggi all’umanità intera. [1] L. Cantoni, N. Di Blas, Teoria e pratiche della comunicazione, Apogeo, Milano 2002, p. 72. [2] C. R. Darwin, L’origine dell’uomo e la scelta in rapporto col sesso, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1872, pag. 543. [3] A. Selem, Le Storie/di Ammiano Marcellino, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1993, pag. 1027. [4] E. Demitri, in: Attila e gli Unni: mostra itinerante, Gruppo Archelogico Aquileiese, L’Erma di Brethschneider, Roma, 1995, pag. 93. [5] G. Gambino, Le unioni omosessuali: un problema di filosofia del diritto, Giuffrè Editore, Milano, pag. 63. Nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio. Or noi abbiamo ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio […] e noi parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. [… ] Poiché chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo ammaestrare? Ma noi abbiamo la mente di Cristo. [I Cor. 2:11,12,13,16]
Passeggiando con mia moglie per una via centrale di Bari, ci siamo soffermati ad ammirare uno splendido palazzo stile gotico veneziano, palazzo Fizzarotti, che si staglia tra gli altri edifici dall’architettura locale. Una targhetta posta sull’elegante citofono ha attirato la mia attenzione: Centro Sociologico Italiano. Ho tenuto a mente il nome per fare una ricerca in internet, interessato a vedere se disponevano di una biblioteca fornita di testi e riviste di sociologia utili alle mie ricerche professionali. Appena giunto a casa mi sono messo subito davanti al computer, e invece… mi sono imbattuto nel sito della massoneria della Gran Loggia d’Italia! Ho ripetuto più volte la ricerca accertandomi di non commettere errori di digitazione, ma il risultato non cambiava. Che peccato – mi sono detto – non si tratta della biblioteca che desideravo! Tuttavia, giacché c’ero, e preso un po’ dalla curiosità, mi sono messo ad esplorare il sito interamente, e navigando ho potuto scoprire l’ampio uso di simboli e di riferimenti alla Bibbia. Tra i simboli massonici per esempio, c’è la melagrana, ornamento disegnato sui paramenti sacerdotali (Esodo 28:34 e 39:26).[1] Ci sono riferimenti a Boaz, a Davide, e in particolare ad Hiram, re di Tiro, che inviò a Davide dei messi, del legname di cedro, dei legnaiuoli e dei muratori, i quali edificarono una casa a Davide (II Sam. 5:11). Quest’ultimo è considerato il capostipite della massoneria, anche se nella Bibbia non se ne parla. Altri simboli sono il regolo e la livella, tratti dal testo di Isaia 27:16: Prenderò il diritto per regola e la giustizia per livella.[2] Andando avanti, nella pagina “Massoneria e Religione”, ho scoperto che altri personaggi biblici sono menzionati, per esempio Adamo: Adamo, nostro primo Genitore, creato ad immagine di Dio, il Grande Architetto dell'Universo, tenne le Scienze Liberali, particolarmente le Geometria, scritte nel suo cuore. […] La massoneria inoltre, crede altresì nell’immortalità dell'anima e nel Sacro Libro; la Bibbia.[3] Persino la parabola dei talenti è profanata e mal interpretata.[4] In un’altra sezione ho scoperto che sono esistiti massoni anche tra coloro che hanno svolto un ruolo importante per la chiesa cristiana italiana, per esempio, Saverio Fera. Metodista wesleyano, nel 1877 divenne pastore prima a Napoli e dopo a Palermo, dove conobbe la massoneria e vi entrò a farne parte. Nel capoluogo siciliano dimostrò un attivismo e una capacità organizzativa notevole, e si dedicò con successo sia all’evangelizzazione che alla solidarietà. Quando poi una terribile epidemia di colera colpì la città, si dedicò a varie opere di soccorso, tanto da essere insignito dalla medaglia d’argento di benemerito alla salute pubblica e della Croce di Cavaliere della corona d’Italia. Si segnalò anche come pubblicista ed abile polemista scrivendo opere di forte contenuto anticattolico come Martin Lutero e la Riforma, e Italia Libera con Cristo: mai più Gesuiti. Il Fera alcuni anni dopo si scontrò con i dirigenti wesleyani e, nel 1888, passò con tutti i suoi fedeli alla Chiesa Cristiana Libera, che nel 1890 cambiò nome con Chiesa Evangelica Italiana. Il Fera si fece anche promotore di un gran numero di iniziative benefiche, fondò una scuola all’interno della sua comunità ecclesiale, e fondò la “Croce Bianca”. Fu perciò definito “Apostolo della carità” da un quotidiano dell’epoca, ma allo stesso tempo divenne anche Maestro Venerabile nella massoneria.[5] La commistione tra religione e massoneria coinvolge non solo il cristianesimo, ma anche l’islam e l’ebraismo.[6] Nella pagina dei personaggi famosi ve ne sono anche alcuni “insospettabili”, quali: Gandhi, Hugo Pratt (l’autore di Corto Maltese), Oliver Hardy, John Wayne, Ludwig van Beethoven, Enrico Fermi, Fleming Alexander, e persino il pedagogo Edmondo De Amicis, autore del famoso libro per ragazzi: Cuore.[7] La sede originaria della Gran Loggia D’Italia era ubicata in un luogo ricco di storia, Piazza del Gesù a Roma, dove per esempio, fino al 1994 aveva avuto la sua sede storica anche il partito della democrazia cristiana, e dove prima ancora, in Casa Professa, ebbe sede la compagnia del Gesù. Negli ultimi anni sono aumentate le iscrizioni alla loggia massonica, e la ragione secondo il Gran Maestro Antonio Binni, è da attribuirsi alla nostra società attuale senza valori. La maggior parte di questi nuovi iscritti sono giovani d’età compresa tra i 27 e i 35 anni, ma non mancano anche di più giovani.[8] La Loggia dispone di un apposito servizio di consulta dei giovani, e sta puntando molto sulle fasce d’età giovanili aprendo anche la propria sede a visite scolastiche guidate, come è avvenuto pochi mesi fa agli studenti del liceo Kennedy di Roma.[9] L’esplorazione del loro sito ha avuto per me un impatto forte, facendomi scoprire un mondo che conoscevo poco. L’uso spropositato e profano della Bibbia mi ha scosso parecchio, e di fronte all’appellativo di Gran Maestro, ho subito pensato al versetto di Matteo 23:8, in cui Gesù dice: non vi fate chiamar «Maestro»; perché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli. Un altro appellativo del Gran Maestro è anche, “venerabile”, che mi ha fatto ricordare non solo che l’adorazione dell’uomo è blasfemia, perché l’adorazione spetta solamente a Dio, ma anche il versetto di Isaia 58:13: se chiami il sabato una delizia, e venerabile ciò ch'è sacro all'Eterno. Anche lo stesso concetto di fratellanza, l’essere fratelli e sorelle se esaminato attentamente, si discosta notevolmente dal significato cristiano. L’enfasi per le attività filantropiche, umanitarie e sociali, mi ha fatto balzare alla memoria il versetto di II Timoteo 3:5: aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza. Il miscuglio di simboli, i riferimenti esoterici, gli elementi religiosi egizi, cristiani, ecc., mi hanno fatto ricordare il periodo in cui lavoravo al centro di salute mentale, quando dovevamo gestire le emergenze dei pazienti psicotici che manifestavano deliri religiosi. Spesso i loro racconti, una mistura di eresie e psicopatologie, ricchi di riferimenti biblici, UFO, esoterismo, ecc., erano vissuti dispercettivi[10] dipesi da stati allucinatori. E.G. White si espresse in modo sfavorevole alla massoneria: «Quelli che si trovano sotto la bandiera insanguinata del Principe Emanuele non possono far parte della Massoneria né di qualsiasi altra organizzazione segreta. Il sigillo del Dio vivente, non verrà posto su coloro che mantengono tale relazione dopo che la luce della Verità abbia brillato sul loro sentiero. Cristo non è diviso, e i cristiani non possono servire Dio e mammona. Il Signore dice: Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro; ed io vi accoglierò. E sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente (2 Corinzi 6:17,18)».[11] E.G. White scrisse ancora che: «Le verità chiaramente rivelate nella Bibbia sono state messe in dubbio da uomini colti, che con il pretesto della loro sapienza, insegnano che le Scritture hanno un significato mistico, segreto e spirituale che non appare chiaramente nel linguaggio usato. Questi uomini sono falsi dottori.»[12] Satana oggi sta sfruttando lo stato odierno di smarrimento esistenziale dell’uomo, anemico di certezze e di valori diffusamente condivisi entro i quali incardinare la propria vita, per allontanarlo dalla Verità, e i giovani purtroppo, sono la categoria più fragile e più a rischio, perché più bisognosa di prospettive per il futuro. di Davide Pizzi (Assistente Sociale, membro della chiesa di Bari) [1] http://www.granloggia.it/page/simbologia-massonica [2] http://www.granloggia.it/page/gran-maestro [3] http://www.granloggia.it/page/massoneria-e-religione [4] http://www.granloggia.it/page/fra-iniziatico-e-profano, si veda anche: http://www.studivaldesi.org/dizionario/evan_det.php?evan_id=229 [5] http://www.granloggia.it/page/saverio-fera [6] Per l’approfondimento si consulti la seguente puntata del programma RAI, Colpo di scena: https://www.youtube.com/watch?v=3IjacPx01X0 [7] http://www.granloggia.it/page/personaggi-famosi [8] http://www.granloggia.it/sites/default/files/ILTEMPO_200114.pdf Dato confermato anche nella medesima puntata del programma già menzionato alla nota n. 6. [9] http://www.granloggia.it/sites/default/files/REPUBBLICA.IT%2017%20FEB%202017.png [10] La dispercezione è l’alterazione della facoltà di una persona a percepire la realtà esterna, che subisce una deformazione soggettiva nella mente al momento dell’elaborazione delle informazioni provenienti dagli organi di senso. Per l’approfondimento dell’argomento sul versante religioso, si consiglia la seguente lettura: L. Borriello & R. Di Muro, Dizionario dei fenomeni mistici cristiani, Ancora Editrice, Milano, 2014. [11] Lettera 21, 1893. https://egwwritings.org/?ref=it_MS3.71.3¶=12543.566# [12] E. G. Whtite, Il Gran Conflitto, Edizioni ADV, Firenze, 1996, pag. 468. it. Questo articolo è il quarto della serie intitolata “Le trappole del Cristianesimo”. In questa serie i vari autori spiegano malintesi comuni che popolano tra i cristiani e coloro che desiderano esserlo; malintesi nei quali spesso si imbattono nella loro esperienza. Questi “punti negativi” si trovano in certi capitoli del libro Passi verso Gesù dove l'autore spiega le lotte che “molti” incontrano. La citazione per l'articolo corrente è: “Molti domandano, “Come posso sottomettermi a Cristo?” Passi verso Gesù, 47.—Editor.
Avete mai avuto in mente la figura di una persona mai conosciuta ma di cui avete sentito parlare, poi la incontrate ed è totalmente diversa da come l’avevate immaginata? Attraverso gli anni ho predicato in tante parti del mondo e mi sono venuti a prendere nei vari aeroporti senza problemi avendo visto una mia foto oppure avendo visto certi sermoni in tv o su internet. Ma certe volte è capitato che avevano un'idea diversa di quello che si aspettavano. Ad una giovane coppia in Austria era stato detto che ero un missionario. Senza avermi conosciuto, e senza una mia foto, erano sicuri di potermi individuare in mezzo alla gente in arrivo all'aeroporto. Si erano immaginati un tipo di una certa età con la barba e sandali. Nella loro giovane mente un vero missionario. Quelli che mi conoscono capiranno che li ho totalmente delusi. Quando Gesù venne su questa terra per la prima volta non fu riconosciuto come il Messia. Non perché la gente non aspettasse l'arrivo del tanto atteso Messia. L’anticipazione era nell’aria mentre la nazione ebraica aspettava con ansia l'adempimento della promessa. Comunque la loro aspettativa era totalmente diversa dalla realtà che si erano immaginati. In questo caso non parlo solo dell’aspetto fisico, ma ancora più importante della vita e del carattere di Gesù. La sua figura e il suo comportamento non erano secondo le loro aspettative della figura del Messia. Il discepolo Giovanni racconta succintamente al principio del suo racconto riguardo la vita di Gesù dicendo, “Ma il mondo non l'ha conosciuto. Egli è venuto in casa sua, ed i suoi non l'hanno ricevuto”. Giovanni 1:10-11. Il problema non era che non avessero una sua descrizione. Più tardi Gesù disse. “Voi investigate le Scritture, perché pensate d'aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me.” Giovanni 5:39. Quello che noi oggi chiamiamo l’Antico Testamento sono le stesse scritture possedute e lette dagli Ebrei al tempo in cui Gesù camminava in mezzo a loro. Avevano tutte le profezie, che davano loro i segni per distinguere e riconoscere il promesso. Vennero accecati nel riconoscere Gesù dalle loro false aspettative. Semplicemente non corrispondeva alla figura che si erano fatti del Messia. È possibile che qualcosa di simile possa capitare oggi al popolo eletto di Dio? Noi tutti abbiamo delle aspettative di come può essere Dio. È triste, ma tanti si ritraggono dal sottomettersi completamente a Cristo e non lo seguono perché hanno un'idea sbagliata di Lui. La tragica realtà è che ci sono milioni di persone che desiderano essere Cristiani, ma in realtà non hanno mai deciso di seguire Gesù. Questo è ben formulato in quel meraviglioso libretto intitolato “Passi verso Gesù”, di Ellen G. White. A pagina 48 scrive. “Molti, pur sperando e desiderando di essere cristiani, si perderanno.” Il titolo di questo articolo è “Desiderosi ma indecisi di essere Cristiani”. Una completa sottomissione a Cristo è la differenza tra il desiderare e decidere a Suo favore. False aspettative possono impedire che ciò avvenga. Prendi nota di come questo viene descritto nello stesso libro. “Molti chiedono: “Come posso sottomettermi a Dio?”. Se desiderate affidarvi a lui, ma avete poca forza morale; se siete angosciati dal dubbio, schiavi di abitudini negative; se le vostre promesse e le vostre decisioni sono come castelli di sabbia, non dovete disperarvi. Anche se non riuscite a controllare i vostri pensieri, i vostri impulsi, i vostri sentimenti; se la consapevolezza di non aver mantenuto promesse o impegni vi fa dubitare della vostra sincerità e pensate che Dio non vi possa accettare, non abbattetevi...”—Passi verso Gesù, 47. Suona famigliare? Penso che ci siamo passati tutti a volte, oppure è qui che vi trovate in questo momento. La nostra aspettativa è che Dio non ci accetta e quindi non ci sottomettiamo a Lui. La nostra aspettativa è che Lui non ci riceve. E così rimaniamo desiderosi e indecisi verso di Lui. Ma guardiamo come la stessa frase continua... “...non abbattetevi. Avete bisogno di comprendere l’importanza della volontà, questa facoltà che Dio ha dato a ogni uomo affinché possa compiere le giuste scelte e dalla quale dipende tutto. Non potete cambiare da soli il vostro cuore né offrire a Dio i vostri affetti. Potete solo scegliere di servirlo, consacrare a lui la vostra volontà ed egli vi aiuterà a volere e agire secondo i suoi desideri. Lo Spirito del Cristo agirà sul vostro animo, diventerà l’oggetto dei vostri affetti e i vostri pensieri saranno in armonia con i suoi.”—Ibid. Tutto dipende dalla buona volontà. È nel come del processo di sottomissione. Una completa sottomissione a Cristo avviene con la completa sottomissione della volontà. La promessa è che da quel momento comincerà a lavorare su noi ed i nostri pensieri saranno in armonia con i Suoi. Se glielo permettiamo, Egli rimuoverà le nostre false aspettative aprendo i nostri occhi per riconoscere veramente la rivelazione del Suo carattere data nelle scritture. Questo ci porterà non solo a desiderare di essere Cristiani, ma anche a decidere di esserlo! Daniel Pel è il direttore e speaker di Living Water ministry. Permalink: https://www.gyceurope.org/desiderosi-ma-indecisi-di-essere-cristiani/ La dottrina del santuario celeste è un fondamento dell’avventismo del settimo giorno. Nonostante ciò, molti avventisti probabilmente avrebbero difficoltà a spiegare come questa dottrina faccia una differenza pratica nelle loro vite. Veramente fa la differenza?
Vorrei condividere una spiegazione bellissima che ho letto sul significato di questo tema. Si trova in un libro titolato Ransom and Reunion (Riscatto e riunione, 1977), scritto da W. D. Frazee.1 Vale la pena leggere tutto il libro, ma qui potete leggere il primo capitolo. Spero che questa lettura vi tocchi il cuore e vi ispiri a studiare più profondamente il ministero di Cristo nelle corti celesti. “Quanto vali?” Di Ransom and Reunion, W. D. Frazee “Signor Giudice, ha mai pensato di quanto lei valga per Dio?” Facevo la mia domanda ad un amico che era stato giudice della contea per tanti anni, e la cui moglie era morta di recente. La nostra conversazione era stata indirizzata sulle promesse della Bibbia e il messaggio di consolazione che portavano. “Recentemente in Venezuela –dissi io– un padre pagò $900 000 per riscattare suo figlio di 13 anni che era stato rapito. Ne valeva la pena?” “Assolutamente” –concordò il mio amico– “valeva per suo padre.” “Sì” –annuii– “allora, dimmi, qualcuno ha mai pagato il riscatto per te?” Accennò il capo. Conosceva del sacrificio su Calvario. “E Signor Giudice, ne valeva la pena per te?” Inchinò il capo. “No, signor Frazee, credo proprio di no.” “Aspetti” –insistei– “Dio conosce il tuo valore? Lui che ti ha creato, sa quanto vali? Se Lui dice che vali quello che ha pagato, perché devi discutere? Perché, dopotutto, se non vali tanto, ha truffato se stesso, non è vero? Gloria a Dio, Signor Giudice, tu vali quel riscatto.” Cosa fa si che l’uomo abbia valore davanti Dio? Supponiamo che, mentre questo padre cercava dappertutto suo figlio rapito, qualcuno gli si fosse avvicinato con un’offerta. “Signore, ho saputo che sta cercando Suo figlio ed è disposto a pagare $900 000 di riscatto.” “Infatti sì! Lei mi può aiutare a trovarlo?” “Bene, io posso trovare un ragazzo che le costerà solo mille dollari. Così può risparmiare tanti soldi.” Questo padre sarebbe stato interessato? No affatto! Non cercava un ragazzo qualsiasi. Cercava specificamente il suo ragazzo, suo figlio. Perché Dio pagò un riscatto così infinito per l’uomo? Per capire, dobbiamo riconoscere lo scopo di Dio nella creazione dell’uomo. Dio creò l’uomo per avere un’amicizia. Dio tanto tempo fa chiamò Israele “il popolo che mi sono formato” (Isaia 43:21). Sì, “l'Eterno si compiace nel suo popolo.\” (Salmo 149:4). Ogni persona è un individuo diverso, nuovo. Hai mai visto qualcuno esattamente come te? A volte quando faccio questa domanda, ci sono quelli che rispondono, “No, e meno male!” Sì, infatti, meno male. Se potessi trovare il tuo duplicato, il tuo valore scenderebbe almeno del 50%. Ma per questo non c’è pericolo. Sei unico. Dio non “aveva bisogno” solo di uno come te, ma aveva bisogno di te solamente. “Fummo creati perché aveva bisogno di noi.” – Ellen G. White, Segni dei Tempi, 22 aprile 1903. Uno dei bisogni più grandi del cuore umano è di sentire che qualcuno abbia bisogno di lui. Per soddisfare il bisogno di colui che amiamo, e sapere che questa persona anche soddisfa il nostro bisogno––tutto ciò costituisce la base della vera comunione. Il marito e la moglie che hanno questa esperienza insieme possono gioire dell’anticipazione celeste. Quando genitori e figli condividono di questa comunione, non c’è problema riguardo al gap generazionale. Le soddisfazioni di una vera amicizia sono rese possibili dal bisogno reciproco e dal compimento reciproco dei propri bisogni. Attraverso tutte queste relazioni, Dio cerca di rivelarsi a noi. Dio desidera fortemente che noi capiamo non solo quello che Lui significa per noi, ma anche quello che noi significhiamo per Lui. Molti dei eroi biblici hanno rallegrato il loro Creatore perché godevano di una comunione intima con Lui. Enoc camminò con Dio per 300 anni. Era talmente prezioso agli occhi del Signore che gli disse, “Vieni a casa con me, Enoc, e possiamo camminare insieme per tutta l’eternità.” “Prima infatti di essere portato via, egli ricevette la testimonianza che era piaciuto a Dio” (Ebrei 11:5). Enoc dava allegria a Dio. Soddisfaceva i bisogni dell’Eterno, e ci sono anche gli Enoc di oggi (PV 227). Pensa ad Abrahamo. Mentre le scritture citano i suoi sbagli e fallimenti, dicono anche che “fu chiamato amico di Dio” (Giacomo 2:23). Chi lo chiamava così? Il Signore stesso. Il Signore lo chiamava “Abrahamo, mio amico” (Isaia 41:8). Nella storia di Genesi 18, nota il tipo di comunione che Dio godeva con Suo amico. Ascolta la Sua espressione di fiducia: “Infatti io l’ho conosciuto” (Genesi 18:19, Ver. Diodati). Ascolta mentre si consulta con Abrahamo sul destino di Sodoma. Ascolta come Abrahamo parla a Dio con reverenza, ma anche confidenza, proponendo ciò che pensa sia in accordo con la giustizia e misericordia divina. Poi considera Mosè. “Così l'Eterno parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico” (Esodo 33:11). Questa intimità, sviluppata durante gli anni passati da Mosè in solitudine come pastore in Madian, continuò senza interruzione (tranne quel momento d’impazienza a Kadesh) attraverso i quarant’anni che Mosè passò come il leader visibile d’Israele. Ecco Mosè sul monte, rinchiuso con Dio nella comunione più stretta. È qui che il Signore gli rivela il piano del santuario sulla terra, un modello in miniatura del tempio celeste. La considerazione, però, di questi piani viene interrotta quando Dio dice a Mosè quello che succede nell’accampamento. Per l’apostasia, ci vogliono le misure drastiche, e Dio propone di distruggere Israele e creare una nuova nazione con Mosè. Come Abrahamo, Mosè arrischia, umilmente ma coraggiosamente, ad intercedere con Dio. Presenta i motivi per cui Dio dovrebbe risparmiare Israele. Offre di sacrificare la sua stessa vita per il Suo popolo. Le sue suppliche riflettono i desideri più profondi dell’Altissimo, e Dio e Mosè trovano un’intesa comune, un accordo sul futuro d’Israele. E tu, dove c’entri in questa situazione? Dio ha formato anche te per essere il Suo amico. Non puoi né occupare il posto di Enoc, o di Abrahamo, o di Mosè, nè loro possono occupare il tuo posto. Dio ha uno spazio nel Suo infinito cuore che solo tu puoi riempire. Lui “ha bisogno” di te come il Suo amico. Desidera fortemente la tua comunione, il tuo amore, la tua comprensione. Sei prezioso per Lui. Per questo ti ha creato. Per questo morì per te. Per questo tornò in cielo per prepararti un posto, e mentre partiva lasciò la Sua promessa, “Ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giovanni 14:3). Per tutta la mia vita sapevo che avevo bisogno di Dio, ma è stato meraviglioso quando mi sono reso conto che Lui “aveva bisogno” di me, non semplicemente per sbrigargli commissioni, ma per essere il Suo amico. Voglio attraverso questo libro condividere con te le stesse buone notizie, perché non importa quanto Lui ama me, ricorda che valorizza te come se fossi l’unica persona nel mondo. “I rapporti fra Dio e ogni individuo sono personali e intimi, come se sulla terra non ci fosse nessun altro da aiutare, come se suo Figlio fosse morto solo per quella persona” – La via migliore, 101. Come può Dio avere bisogno di un solo individuo quando ha milioni di altri amici? Immagina una famiglia con otto figli. Mentre crescono e passano attraverso l’adolescenza e la gioventù, sette di loro diventano uomini e donne per bene che rispettano i loro genitori e apprezzano ciò che hanno fatto per loro, ma c’è uno che è monellaccio. Viola le leggi di Dio e dell’uomo. Per caso dice il padre alla madre, “Bene, mamma, abbiamo fatto abbastanza bene. Abbiamo sette su otto, e questo è sopra la media. Che peccato questa situazione con Harry. Se mai decidesse di tornare a casa, certamente gli daremo il benvenuto, ma non dobbiamo abbandonarci alla tristezza. Comunque abbiamo sette figli fedeli. Dobbiamo essere riconoscenti e non dobbiamo preoccuparci”? Così parla un padre? Se fosse così, lo ascolterebbe una madre? Nella mia immaginazione, vedo la famiglia riunita per la cena del Ringraziamento. George, il più grande, è venuto a casa per questa riunione. Che gioia porta ai cuori dei genitori! E Mary, benedetta figlia, dimostra un carattere bellissimo! È la stessa storia con gli altri cinque seduti al tavolo felicemente in comunione con Papà e Mamma. Ma una lacrima scorre sulla guancia della Mamma, poi un altra, perché sta pensando a Harry, il Harry ribelle, lì fuori nel mondo. E mentre la guardo negli occhi pieni di lacrime, mi rendo conto: il fatto di avere sette figli fedeli solo fa ancora più male mentre pensa a Harry. C’è un posto nel suo cuore che non può riempire nessuno tranne Harry. E allora, che diciamo di Colui che ha creato le mamme? Anche Lui ha un posto nel suo cuore che nessuno può riempire, tranne te. L’amore di milioni di altri che gli fa piacere al cuore non può occupare il posto del tuo amore, la tua amicizia, la tua comunione. C’è solo una cosa che crea impedimento. Il peccato separò l’uomo da Dio nell’ Eden, e il peccato continua oggi a prolungare la separazione. “Ma le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro Dio” (Isaia 59:2). Poichè il peccato produce questa separazione fra Dio e quelli che ama, Lui lo odia; non lo può tollerare, non lo può sopportare. Lo deve sradicare, ma come lo può fare senza distruggere quelli che sono infettati dal peccato? Nel santuario, Dio rivela il suo piano meraviglioso per risolvere il problema del peccato––come distruggere il peccato senza distruggere quelli che ama, come salvare i peccatori senza perpetuare il peccato. È un piano costoso. In cielo, già hanno pagato secoli di tristezza e dolore, ma sei talmente prezioso che Cristo avrebbe pagato il prezzo di riscatto per salvare solo te. Il riscatto è una cosa, la riunione è un’altra, e Cristo il nostro Creatore, Redentore e Intercessore ha fornito entrambi in modo completo. Frazee, W. D. Ransom and Reunion through the Sanctuary, repr. ed. (W. D. Frazee Sermons, 2015). Pubblicato su permesso.
Permalink: https://www.gyceurope.org/il-santuario-e-la-salvezza/ Davide Pizzi (Assistente Sociale, membro della chiesa di Bari) Il libro di Alessandro Barbano, I professionisti del dubbio, dal titolo intrigante, mi ha suscitato delle riflessioni, delle associazioni d’idee, e delle reminiscenze. Ho associato alla parola dubbio il filosofo Cartesio. Il suo metodo scientifico si basava sul dubbio metodico, una critica scettica di ogni affermazione sulla realtà, che in parole semplici ricorda un po’ l’episodio in cui Tommaso dubitò della testimonianza dei suoi compagni, fino a prova contraria, cioè una dimostrazione oggettiva e tangibile, e nel caso specifico, palpabile: se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò. Dai ricordi della scuola superiore sono giunto ai giorni presenti. Esistono persone che per delle fragilità psicologiche dubitano molto più di altre, e si pongono troppe domande. I loro dubbi sono esasperanti dilemmi esistenziali. Molto spesso si tratta di persone che soffrono di un disturbo ossessivo-compulsivo, a cui si associano stati depressivi[1]. A un occhio meno esperto, queste persone all’apparenza possono sembrare individui molto sensibili. Questa eccessiva ed estrema sensibilità però, rivela componenti psicopatologiche, disordini emotivi, fino al punto da impedire alla persona di porsi l’unica importante domanda: perché mi faccio troppe domande? Alcuni di questi hanno persino saputo costruirci su una carriera, per esempio l’attore e regista Woody Hallen. Altri ancora si sono ispirati a queste persone per creare personaggi di fantasia, come il simpatico Charlie Brown dei fumetti, con la mente piena di dubbi più che di certezze e verità. La riflessione biblica è sorta invece dall’episodio del capitolo terzo del libro della Genesi. Lucifero, “l’inventore del dubbio”, fu, ed è, il più abile di tutti i professionisti del dubbio, che con la sua arte dubitoria, nel suo primo incontro con l’uomo, riuscì prima a indurre in tentazione, e poi a far peccare Eva, per mezzo di un sottile ma penetrante dubbio. Ancora una volta, in questo mio susseguirsi di concatenazioni di pensieri, mi sono ricordato di Cartesio quando scriveva: chi ci garantisce che un “genio maligno” non ci illuda servendosi delle immagini o nozioni anche più sicure ed evidenti?[2] Quel “genio maligno”, diversamente dal filosofo, l’ho associato a Satana, il capo dei professionisti del dubbio! Nel libro Il gran conflitto, di E.G. White, spiega alcuni stratagemmi usati da Satana per insinuare il dubbio alle sue vittime:
La caratteristica peculiare del dubbio è che può essere contagioso! Alimenta sé stesso e s’ingrandisce a dismisura: diecimila difficoltà non fanno un dubbio se io capisco bene la questione (John Henry Newman). Sempre il filosofo Cartesio nelle sue considerazioni metodologiche sul dubbio, parlò di un dubbio iperbolico per indicare un dubbio che si spinge all’estrema conseguenza, fino a dubitare anche ciò che è evidente. Satana sa bene che la mente umana è fatta in modo tale che è molto più suscettibile alla menzogna che alla verità (Erasmo da Rotterdam). Nel percorso di vita di un fedele di Cristo, talvolta i dubbi ci sono (da prigioniero li ebbe anche Giovanni il Battista), e anche se non piacciono a nessuno, si presentano e basta, ma lo Spirito Santo ci può soccorrere. Si possono presentare quando la Parola di Dio non coincide con le nostre intenzioni o ambizioni, allora tendiamo a dubitare delle sue origini divine[3]. Tuttavia, il dubbio ha del buono - nella nostra vita quotidiana che spirituale - come campanello d’allarme per metterci in guardia dai pericoli, dalle insidie, dai tranelli e dai trabocchetti di Satana, quando subodoriamo che qualcosa non quadra come dovrebbe, che c’è qualcosa che non ci convince e puzza di bruciato. Ma il miglior rimedio per sconfiggere il dubbio insinuato da Satana, e da chi collabora con lui, ce lo fornisce ancora una volta Ellen White ispirata dallo Spirito Santo, nel modo più semplice ed efficace: Per quanti desiderano onestamente sbarazzarsi del dubbio, c’è una sola cosa da fare: astenersi dal discutere e dal cavillare su ciò che non capiscono, approfittare della conoscenza che hanno ricevuto ed essa aumenterà. Se assolveranno quei doveri che risultano chiari alla loro mente: non tarderanno a comprendere e a compiere quelli sui quali hanno ancora dei dubbi. [Gran Conflitto, pp. 413-414]. [1] La sindrome ossessiva compulsava, nelle sue forme esistenti, è classificata con codice F42 e seguenti, nel manuale di psichiatria ICD dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’edizione consultata nel presente articolo è quella del 1992. Per letture più agili e brevi sul dubbio patologico, si possono consultare le anteprime dei seguenti libri: https://books.google.it/books?id=ccAhDQAAQBAJ&pg=PT49&dq=dubbio+patologico&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiK_vPjkuHWAhVpBcAKHZxqCM0Q6AEIJjAA#v=onepage&q&f=false, https://books.google.it/books?id=PXn-CQAAQBAJ&pg=PA43&dq=dubbio+patologico&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiK_vPjkuHWAhVpBcAKHZxqCM0Q6AEIODAD#v=onepage&q=dubbio%20patologico&f=false, [2] Per l’approfondimento, S. Moravia, Filosofia, vol. II – Dall’Umanesimo all’età dei lumi, Le Monnier, Firenze, 1992, pag. 173. [3] Imre Tokics, Geremia, in Scuola del Sabato IV trimestre 2015, Edizioni ADV, Firenze 2015, pag. 202. E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà. [Romani 12:2] Ogni individuo s’ispira a un modello di riferimento che determina il suo stile di vita. Questo processo avviene più o meno volutamente, ma, molto spesso, è condizionato dalla cultura e dalle mode del contesto in cui vive. Uno dei padri della sociologia, Simmel, affrontò la questione nel famoso saggio sulla moda nel 1895. Simmel definì la moda una compenetrazione che fonde, dentro un unico fenomeno, due spinte contraddittorie; la “distinzione” da un lato, e “l’imitazione” dall’altro. Il primo fattore esprime l’esigenza di differenziarsi rispetto agli altri, il secondo, il bisogno di affermare la partecipazione ad una cerchia sociale (conformismo) ben stimata dalla società. Il paradosso della moda è dunque che essa si presta, secondo l’autore, ad individui che non sono propriamente “individui”[1]. Egli scrisse: la moda è la palestra adeguata per individui che sono intimamente non autonomi e bisognosi di appoggio.[2] Infatti, tutto ciò è riscontrabile nella società: molta gente è smaniosa di fare acquisti, desiderosa di mutare, e in altri casi di trasformare la propria immagine, e ciò coincide spesso nei momenti di maggior vulnerabilità e fragilità emotiva, correndo il rischio, a volte, anche di diventare ridicoli, perché si può assumere un’immagine che si discosta notevolmente dalla propria più abituale, in dissintonia con quella passata, e con l’età. Capita perciò di vedere ragazze quindicenni in piena crisi adolescenziale che vogliono a tutti i costi ostentarne venti, ma anche donne più che quarantenni, o cinquantenni, che giocano a fare le ventenni, che, come in un noto esempio di Pirandello, si espongono fino al rischio di coprirsi di ridicolo[3]. La situazione sociale odierna sta facendo sprofondare le persone nell’anonimato e verso un crescente vuoto interiore, ormai pressoché orfani di punti di riferimento stabili. Per questa ragione essi oscillano tra la noia esistenziale e le mode, vedendo in quest’ultima come uno degli antidoti al proprio male di vivere. Ciascuno, come può, affoga la sua mente nelle illusioni che le mode abilmente offrono, e che frequentemente inducono gli individui all’autoesaltazione, al desiderio di protagonismo, all’esibizionismo, alla stravaganza, e all’orgoglio. La moda, secondo Simmel, determina nell’individuo: una parodia di sé stesso. I tratti dell’eccentricità e della ricerca ossessiva di segni distintivi o di novità stupefacenti, sono il tentativo di costruzione di una “personalità” che tende a svuotarsi di senso, a ridursi a mera collezione di segni esteriori. [….] Nella decisone di seguire una moda il singolo afferma la propria volontà di distinguersi da tutti coloro che non la seguono; ma, nello stesso momento, afferma anche quella di assomigliare a coloro che ne sono i rappresentanti. [4] L’effetto latente della moda è che smette di essere tale ad appannaggio di un’elite quando si diffonde ed entra a far parte delle consuetudini di massa, come accade, per esempio, con certi elementi del vestiario. A quel punto, la moda deve replicare sé stessa mediante la creazione di una nuova moda, e innesca un processo di moto perpetuo che non avrà mai termine. Il famoso stilista Coco Chanel ha sintetizzato con tre efficaci aforismi la differenza significativa che esiste tra la fugacità della moda e l’immanenza della stile che, invece, non tramonta mai nonostante il passare degli anni: «Per essere unici bisogna essere diversi»; «La moda passa, lo stile resta»; «La moda è fatta per diventare fuori moda». Anche la sorella White si è ispirata su questo argomento offrendo significativi spunti di riflessione: La vera bellezza non si ottiene deformando l’opera di Dio, ma mettendosi in armonia con le leggi di Colui che ha creato ogni cosa.[5] […] In questa nostra epoca, prima della grande crisi finale, come prima della distruzione del mondo attraverso il diluvio, gli uomini sono presi dai piaceri e dalla soddisfazione dei sensi. A forza di occuparsi di ciò che è visibile e transitorio, hanno finito col perdere di vista ciò che è invisibile ed eterno.[6] L’amore per l’abbigliamento e l’attaccamento alla moda sono temibili rivali dell’insegnamento, veri e grandi ostacoli. La moda è una sovrana che governa con mano ferrea. […] L’amore dello sfarzo porta alla stravaganza e uccide in molti giovani l’aspirazione per una più nobile esistenza.[…] Il carattere d’una persona si giudica dal modo di vestire. Un gusto raffinato, una mente coltivata, si riveleranno nella scelta di un abito semplice ed elegante. La sobria semplicità nell’abito unita alla modestia del comportamento faranno in modo che una giovane donna sia circondata di quell’atmosfera di sacra riservatezza che costituisce uno scudo contro mille pericoli.[7] Gesù, il nostro creatore, ci chiede di adottare il “suo stile” imitandolo (Efesini 5:1). Lo stile del cristiano trascende le mode del momento e il conformismo che esse richiedono, per conformarsi solamente alla volontà di Dio (Romani 8:29). Chi sceglie Gesù, sceglie anche lo stile che proviene da Lui, che lo porta a restare sempre al Suo fianco senza compromessi con le mode della società. Decide di guardasi bene da usi, costumi, idee, tradizioni mode contemporanee, ecc., che sotto l’innocua apparenza potrebbero, invece, rivelarsi perniciose. Stare al passo con le mode, seguirle pedissequamente per il desiderio di voler assomigliare agli altri a tutti i costi, può rivelarsi, a volte, molto rischioso. Per mode non si deve intendere solamente l’abbigliamento, ma il termine nel contesto più ampio e totale della sua accezione! Seguire le mode significa mimetizzarsi, e ciò sarebbe un controsenso, perché Gesù ci chiede esattamente il contrario: Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini (Mt. 5:16). Seguire le mode significa perdere la propria unicità e la propria diversità: Ma voi siete una generazione eletta, un real sacerdozio, una gente santa (I Pt. 2:9). Il conformismo induce gli individui a cedere una parte della propria identità personale per sostituirla con i tratti di un’identità più collettiva. Questo automatismo è simile al richiamo del suono del “pifferaio magico”. Catturati dalla magia di questo incantesimo che da gregari ci mette in fila nella massa, si può cedere al tranello di accettare anche punti di vista e comportamenti contrari alla volontà di Dio, per il semplice fatto che “oggi si usa fare così”, per il timore di sentirsi ridicoli e diversi da tutti gli altri. Per queste dinamiche psicosociali il popolo d’Israele si rifiutò di dare ascolto alle parole di Samuele, e disse: No! Ci sarà un re su di noi; e anche noi saremo come tutte le nazioni (I Sam. 8:19-20), piuttosto che dare ascolto alle parole del profeta di Dio e di seguire ciò che Dio aveva comandato loro. Si può pertanto concludere che la vita è anche una questione di stile. Che il Signore ci aiuti sempre a mantenere la nostra unicità, la nostra diversità, e il “Suo stile” nelle nostre vite. Che il Signore ci aiuti a mantenerci conformi alla sua volontà, alle sue leggi, e alle sue prescrizioni, evitando il conformismo verso le cose del mondo, e a non immischiarci in faccende della vita che potrebbero distrarci dal buon combattimento (II Timoteo 2:4). Davide Pizzi [1] P. Jedlowski, Il mondo in questione, Carrocci Editore, Roma, pag. 115. [2] G. Simmel, in AA. VV., a cura di C. Baldini, Sociologia della moda, Armando Editore, Roma, 2008, pag. 39. [3] Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi goffamente imbellettata e parata di abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così, come un pappagallo, ma che forse ne soffre, e lo fa soltanto perché pietosamente si inganna che, parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario, mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico. Saggio sull’Umorismo, 1908. [4] P. Jedlowski, Il mondo in questione, Carrocci Editore, Roma, pag. 114-115. [5] E.G. White, Principi di educazione cristiana, Edizioni ADV, Impruneta, 1978, p. 163. [6] Ibid, pag. 149. [7] Ibid, pag. 205. Cari amici, La mia preghiera per voi è che stiate tutti bene e che il vostro cammino con il Signore si rinforzi giorno dopo giorno. Nel 2015 ho accettato la chiamata a servire come presidente del GYC Europeo. Durante questo periodo ho avuto l'opportunità di lavorare con un eccellente gruppo di persone con molti talenti. Ho visto l'organizzazione di gruppi e il loro lavoro, gli eventi FOCUS in UK e in Romania, la crescita del social media e le opportunità evangelistiche con La Spirale dell’Evangelizzazione. Uno dei miei compiti più importanti è stato quello di individuare una persona giovane che potesse occupare la posizione di Presidente. Cercare questa persona è stata certamente un'esperienza molto umile, mentre preghi e presenti i loro nomi al Signore e aspetti che Lui ti faccia capire chi ha scelto. Devo dire che la mia preghiera è stata esaudita. È ora mio privilegio presentarvi Anna Scheglov come nuovo Presidente del GYC Europeo. Anna è stata la vice Presidente del Dipartimento Networking ed è stata determinante nell'implementazione della Spirale dell’Evangelizzazione. Nata a Kiev, Anna si è trasferita in Germania con la sua famiglia nel 2004. Anna sta completando il Master in "Ottica e Fotonica" inoltre lavora come ricercatore associato nella sua università. Ho sempre visto Anna pregare prima di prendere qualsiasi decisione, la Bibbia è stata ed è il suo fondamento, l’evangelizzazione è uno stile di vita che lei stessa vive, respira e promuove. Attraverso lei e il gruppo del GYC Europeo, Dio farà un grande lavoro. Benedizioni, Craig Gooden Fonte: https://www.gyceurope.org/annuncio-di-transizione/ Perché sei un Avventista del 7°Giorno? Wayne Blakely “Insegnava la verità con amore. Denunciava con severità l’ipocrisia, l’incredulità e l’ingiustizia, ma sempre con voce commossa e accorata”. VM Negli ultimi sei anni Dio mi ha concesso numerose opportunità di testimoniare per il mondo di come Gesù abbia conquistato più spazio nella mia vita, esortandomi ad arrendermi. Di recente ho umilmente accettato di intervenire durante un ritiro per giovani pastori avventisti. Ho esordito con una domanda: “Perché sei un pastore?”; seguita subito da un’altra: “Perché sei un pastore avventista?”; e quindi: “Che cosa significa per te quando qualcuno ti dice di essere un avventista?” Sapete cosa significa per me? Niente! Perché? Perché noi abbiamo perso la nostra definizione. Noi non sappiamo più chi siamo. Peggio... non ci troviamo d’accordo su ciò che siamo. Troppi sono scivolati in un “avventismo culturale”. Una routine, piuttosto che una relazione. Il mio cuore è triste per gli avventisti oggi. C’è un dolore costante in me, osservando la fatica e l’inefficacia, che mi ricorda la sofferenza di Dio di fronte agli Israeliti erranti. Talvolta non posso credere ai miei occhi e il mio cuore è combattuto. Io grido chiedendo a Dio di scuotere e svegliare i suoi seguaci perché non diventino la cenere di questo mondo. Prego affinché non ci lasciamo assorbire da un adattamento infedele alla Parola di Dio che risponda solo ai bisogni di coloro che cercano buoni “sentimenti” e messaggi lusinghieri. Ho assistito a troppa “giustificazione” – auto giustificazione – e pochissima “santificazione”. POLITICAMENTE CORRETTO (aggettivo) Semplice definizione di “politicamente corretto”. “Atteggiamento sociale di estrema attenzione al rispetto generale, soprattutto nel rifuggire l'offesa verso determinate categorie di persone” (fonte: Wikipedia, NdT). Siamo invischiati in un’acredine collettiva saturata di “correttezza politica”? Possiamo ancora sentire la tenera ma istruttiva voce di Gesù? O stiamo manovrando e manipolando, come Israele, insistendo a fare le cose a modo nostro? Miei cari fratelli e sorelle:” Per favore, svegliatevi!”. Né la Parola di Dio, né la Sua messaggera ci hanno lasciato senza risposte chiare e senza soluzioni riguardo ai problemi in questione. Egli è lo stesso Dio che ha guidato Israele verso Canaan. Anche nell’epoca postmoderna in cui viviamo, siamo benedetti da una “luce speciale”. Non abbiamo scuse per interrogarci o per girovagare intorno alla bestia. Abbiamo bisogno di Gesù oggi più che mai. Faccio della nostra denominazione oggetto quotidiano di preghiera. Sono testimone di come il mondo sta portando via quelli che si sono stancati del messaggio avventista , perché per molti sembra che manchi di applicazione personale, inclusi coloro che consideriamo esempi illuminanti ma che passano da un messaggio radicato nel vangelo a uno che asseconda la nostra natura carnale. Per un po’ di anni ,durante la mia gioventù, c’erano oratori che usavano “toni forti”. Ciò è piuttosto inefficace e non è come Gesù condivideva il prezioso e salvifico vangelo. Oggi sento alcuni oratori che, pur esponendo la verità, la bagnano nell’amore di Dio, rivelando speranza e preparazione per la prossima venuta di Gesù. Io sono stordito quando vengono tacciati, da coloro che magari non li hanno nemmeno sentiti, come estremisti, fondamentalisti e legalisti. Prendendo a cuore i messaggi di Dio di “amore nella verità” non sempre ci si “sente”bene. Essi ci presentano la sfida di una decisione da prendere. Essi ci invitano ad abbandonare le cose cui siamo aggrappati ma che non piacciono a Dio. Come possiamo approvare delle cose che Dio non approva e ancora aspettarci di varcare i cancelli del Regno che Egli ha preparato per noi? Questo Regno non include le persone che vivono in aperta ribellione (Proverbi 17:11; Giuda 11). Ciò che è triste è che molti di noi sono diventati così comodi con la vecchia natura peccaminosa, da non riconoscerla più come ribellione… incluso me. Io parlo sulla chiarezza della Bibbia riguardo all’”omosessualità” e alla redenzione che Dio offre. Quando comincio a condividere le soluzioni, molti vengono da me e mi dicono: “Non sono gay, ma tu stavi parlando a me”. Ci sono così tante persone che stanno in mezzo a noi con dei “peccati segreti”. Essi vogliono liberarsi di quei sentimenti che “ intrappolano” a cui da lungo tempo sono abituati. Gli studenti che riescono a farlo durante questi meeting extra-scolastici confermano il grande bisogno delle soluzioni di Dio per il peccato, in modo da essere introdotti nei nostri campus accademici e universitari. È triste che debbano lasciare il campus per trovare ciò che Dio offre liberamente a tutti quelli che lo cercano. Alcuni hanno confermato quanto sia difficile trovare Gesù nei campus “cristiani”. Essi si trovano a proprio agio con dei messaggi che aiutano la gente a “sentirsi” bene, ma si sentono in difficoltà a trovare dei messaggi che sfidano l’ascoltatore ad arrendersi, a credere e… a obbedire. La stupenda grazia di Dio e i suoi ammonimenti dovrebbero essere al centro della nostra fede avventista. Che cosa stiamo facendo per assicurarci che OGNI giovane abbia accesso al Suo messaggio di “amore nella verità” che redime e guarisce? Nell’esperienza dei sette anni successivi alla mia conversione ho implorato di parlare nei nostri campus universitari per fare l’appello ad arrendersi, a dimorare in Dio, a lasciarsi guarire…essendo “redenti”. Ma sembra che ci sia una sordità universale. Invece di proclamare con fierezza l’evangelo di Gesù Cristo che cambia le vite , siamo occupati ad assicurarci di non venire accusati di discriminazione ed essere al centro di una causa? I messaggi di Gesù, se Lui stesse camminando sulla terra oggi, sarebbero avvolti dalla “correttezza politica”? Diciamo che tu viva fino a cento anni; anche 100 è un breve periodo di tempo per lasciare un segno indelebile per Gesù sul pianeta, se paragonato ai seimila anni della storia della terra. Io voglio fare del mio meglio per offrire ai potenziali inquilini del cielo: l’amore di Dio, la verità e la chiarezza fino ai pericoli del peccato e come esso influenza le nostre vite. In tutta la mia vita abbiamo traballato avanti e indietro tra vari proclami religiosi. Noi siamo stati troppo rigidi,…e poi troppo indulgenti. Fondamentalisti e poi liberali. A volte abbiamo battuto sulla testa la gente con lo Spirito di profezia così come con la Bibbia. Altre volte sembra che abbiamo evitato di trasmettere una chiamata all’obbedienza dal cuore del credente come risultato di aver sperimentato l’amore di Dio e aver sviluppato un’intimità con Lui. Non dovremmo esaminare i nostri errori? Non possiamo vedere l’equilibrio dell’“amore nella verità” che Dio ci ha affidato come Suoi discepoli? Chiedere scusa per il fatto di non percepire il dolore e la sofferenza degli altri e offrire un messaggio completo sia di amore che di verità, percorrere un lungo cammino nell’assicurare il popolo di Dio. Il mio cuore va alle vittime di coloro che si sono sentiti battuti. È difficile guarire da un tale abuso, che a volte viene da fonti inverosimili. Eppure, anche ora, Dio ci ha fornito la Sua strabiliante luce che, se utilizzata in maniera appropriata, ci può aiutare a sviluppare un cammino più vicino a Lui, ancora più vicino. Questa è l’intenzione di Dio. Questo è il dono di Dio per noi. Questo dono aveva lo scopo di radicarci più profondamente nella Sua Santa Parola. Io voglio disperatamente assistere a un risveglio totale con l’effusione dello Spirito Santo. Nel corso del tempo Dio ha dato all’umanità delle indicazioni chiare ma, spesso, inutilmente. « Le tenebre spirituali che scendono sulle nazioni, sulle chiese e sugli individui non sono dovute a un arbitrario ritiro del soccorso della grazia da parte di Dio, ma alla negligenza e al rifiuto dei messaggi divini da parte degli uomini. Un esempio impressionante di questa realtà è offerto dalla storia del popolo d’Israele al tempo del Cristo. A causa della mondanità e della trascuratezza nei confronti di Dio e della sua Parola, conoscenza e comprensione si erano offuscate orientandosi verso la mondanità e la sensualità. Per questo gli ebrei ignorarono la venuta del Messia e, nel loro orgoglio e nella loro incredulità, rigettarono il Redentore… Ma coloro che rifiutarono il messaggio della verità persero ogni interesse per i doni celesti. Avevano mutato “le tenebre in luce e la luce in tenebre” al punto tale che anche la luce che avevano ricevuto si era trasformata in fitte tenebre» (GC, p. 297). Vi sembro allarmista? Bene, preoccupatevi! Uno studio sugli ultimi anni della storia della terra esemplifica l’adempimento di ciò che è stato predetto. Come possiamo sederci senza fare nulla creando eccezioni e sviluppando teorie alternative riguardo alla salvezza attraverso Gesù Cristo? Alcuni sembrano sottolineare che noi non dobbiamo far altro che aspettare e che c’è del buono in ognuno. Inoltre, molti adottano l’idea che continueremo a peccare fino al ritorno di Gesù. 1 Pietro 1:16 ci dice: «Siate santi, perché io sono santo». Filippesi 2:6 dice: «Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù». Il mio umile studio della Parola di Dio non convalida il sedersi senza fare nulla aspettando la venuta di Gesù. Giacomo 4 parla del fatto che ho un ruolo attivo da interpretare siccome vivo per Gesù, e che esso si evidenzierà nel mio comportamento. 1 Timoteo 4:7 dice: «Schiva però le favole profane e da vecchie, ma esercitati nella pietà». Ciò vuol dire che io ho bisogno di essere preparato per il cielo, e non saturato dagli sfrenati inganni di Satana. Giacomo 1: 22-23 m’insegna a non ingannarmi pensando di poter solamente ascoltare la Parola, ma mi dice di esserne anche un facitore. Eccezioni per immoralità si stanno sostenendo e dibattendo oggi in alcuni dei più inverosimili luoghi. Indipendentemente da chi state ascoltando, non prendete le sue parole come fossero la verità evangelica. Esaminate personalmente la Parola di Dio per assicurarvi che ciò che state ascoltando sia in accordo con Dio! Efesini 5:3 mi anima contro i pensieri e gli atti impuri, l’avarizia e la fornicazione. Personalmente questo è difficile dal momento che la maggior parte della mia vita è stata saturata dalla sensualità del mondo. Io, talvolta, combatto per questo, ma Dio è capace (1 Corinzi 10:13). Gli atti sensuali al di fuori del piano perfetto di Dio non Gli rendono onore o gloria, ma sono fini a se stessi. In una bella e limpida giornata nella pianura di Sodoma, il pensiero dei generi di Lot era che lui stesse giocando quando aveva detto loro di raccogliere alcune cose e lasciare Sodoma. La terra era fertile là. Essi non avevano bisogno di nulla. Era come se niente potesse interferire con la loro ricchezza e il lusso. Senza il minimo ulteriore avviso fuoco e zolfo caddero dal cielo e distrussero ogni cosa vivente ,come se non fosse mai esistita.Tuttavia, grazie all’amore e alla compassione di Dio per loro, erano stati prima avvisati. Come vi rapportate a Dio e come Lui vi ha dimostrato il Suo amore? Qual è l’informazione vitale che si deve avere per assicurarsi un’eternità con Gesù? Qual è la soluzione al peccato? Possiamo permetterci di dilettarci e giocare col peccato come se esso non esercitasse tutto il suo potere per derubarci efficacemente delle ricche e vitali promesse di Dio? Stiamo scegliendo di dimenticare la verità e i moniti di Dio? Che tipo di amore stiamo condividendo? Israele fece delle richieste a Mosè. Dobbiamo ricercare la guida di Dio in rapporto a ciò di cui la gente è affamata. Se noi soddisfiamo la gente, ma tradiamo Dio, cosa è stato realizzato di buono? Una soddisfazione temporanea può avere conseguenze eterne e fatali. Io voglio sfidarvi a rappresentare il “puro amore”,che viene soltanto da una relazione con Gesù, intima e profondamente radicata. Un amore che può sopportare la disciplina. Un amore che cerca di soddisfare per l’eternità. La Parola di Dio, usata impropriamente, può avere effetti dannosi su un ascoltatore. Ma quando noi sosteniamo opportunamente la Parola di Dio, che è sempre supportata dallo Spirito di Profezia, la Sua verità, il Suo amore, la Sua pazienza e la Sua disciplina plasmano i nostri caratteri per il Suo regno. E ciò ci prepara per i giorni a venire come uno sviluppato “popolo particolare”, che affronta le sfide finali della terra. Numerose teologie alternative vengono propagandate. In alcuni di questi raduni, io ho chiesto : «Perché avete bisogno di un Redentore?». Non sorprendentemente ho ottenuto uno strano sorriso con una risposta non udibile, quasi come se stessi chiedendo un qualche tipo di domanda a trabocchetto. Non lo era. E’ una domanda per la vita e contro la morte. Come possiamo allontanarci dalla Parola di Dio e fornire tutti i tipi di libere analogie che la invalidano? Dov’è il nostro onore per Dio? In tutta la Bibbia io sono chiamato ad arrendermi e a dimorare in lui, per ricercare la Sua volontà e scegliere di sostituire le mie abitudini peccaminose. La soluzione di Dio al peccato è universale, indipendentemente dal peccato o dal peccatore. Invece di adattare il mio peccato, Gesù mi ha offerto il Suo sangue come pagamento per il mio peccato e ora mi chiede di abbandonare il mio peccato e seguirlo. Non è questa la bellezza del mio Salvatore? Se stiamo bene così come siamo e peccassimo finché Gesù venga , Lui cosa sta aspettando, e perché non è venuto? Molte teorie popolari nella nostra cultura hanno cercato di girare intorno ai problemi di oggi nella speranza di adattarli. Tuttavia… il messaggio divino di “amore nella verità” rimane vittorioso in contrasto con le deviazioni e la contaminazione di questo mondo. «Ora è il tempo per il popolo di Dio di mostrarsi fedele ai principi. Quando la religione di Cristo è più disprezzata, quando la sua legge è più disprezzata, allora il nostro zelo dovrebbe essere il più caldo e il nostro coraggio il più inflessibile. Restare in difesa della verità e della giustizia quando la maggioranza ci abbandona, combattere le battaglie del Signore quando i campioni sono pochi,-questa sarà la nostra prova. In questo tempo dobbiamo trarre calore dalla freddezza degli altri, coraggio dalla loro codardia e lealtà dal loro tradimento. La nazione starà dalla parte del capo grande ribelle» (RH, 11 gennaio, 1887 Par. 2). Wayne Blakely Visto l'aumento di attività di evangelizzazione di Menorah Mission School, e la nascita della piccola Sara (che pur occupando solo 50 cm cubi, necessita di un seggiolone) il furgone che abbiamo acquistato il Settembre scorso, e la Marea non sono più sufficienti per trasportare gli studenti + insegnati ospiti + lo staff Menorah. Persino l'andare in chiesa a Savona (1 h di viaggio da Menorah) diventa non solo una difficoltà logistica, ma anche finanziaria (+ auto private extra da 5 posti = + autostrada e + carburante) Mezzi utilizizzati fin ora:
- Furgone Renault Master acquistato grazie ad una donazione specifica per autoveicoli. - Fiat Marea in comodato d'uso gratuito (che ha sempre qualcosa da sistemare...e pertanto vorremmo sbarazzarcene) Vi chiediamo quindi di unirvi a noi nella promozione della raccolta fondi per l'acquisto di un mezzo secondo i seguenti criteri: -Usato -Chilometraggio non superiore a 100.000 km -Almeno 7 posti Necessitiamo da parte vostra di: - Preghiere di modo tale che il Signore possa aprire la strada e ispirare saggezza nella scelta; - Donazioni specifiche per in funzione di tale causa; - Informazioni nel caso in cui avete un mezzo o conoscete qualcuno che ha un tale mezzo in vendita. Grazie di cuore. Ricordatevi di condividere questo link. Zoran Veleski Tesoriere Associazione Culturale True Light |
AutoreLight Channel Archivi
February 2019
Categorie |